Miniatore meridionale
Miniatore meridionale
Attivo alla metà del XIIII secolo
Il regno di Sicilia, guidato da Federico II di Svevia (1194 – 1250) e poi dal figlio Manfredi, ha connotati culturali così originali potersi annoverare fra i più notevoli dell’occidente medievale. L’apertura ad architettura e arti figurative, scultura in particolare, si svolge sotto il segno del recupero ideologico della classicità romana.
Nella miniatura diversi artisti, seppure anonimi, meritano attenzione. È il caso dell’illustratore del trattato ornitologico di Federico II, noto nella sua più antica versione illustrata per una copia eseguita per Manfredi. L’anonimo artefice, forse napoletano, si distingue per sensibilità naturalistica e stile vivace delle miniature.
I primi trattati di falconeria occidentali sono del X secolo:ma quello di federico II di Svevia, appassionato di caccia venatoria nelle tenute pugliesi, è in assoluto il più completo, ancor oggi tenuto di conto dai naturalisti. Redatto dopo trent’anni di indagini anche su testi arabi e di Aristotele, e grazie ad esperti chiamati da lontano, il manoscritto originale scompare già nel 1248.
Fra le sue copie spicca quella vaticana, commissionata da Manfredi prima della sua incoronazione. L’anonimo autore delle illustrazioni dai vividi colori, riesce a seguire il trattato del De arte venandi cum avibus con efficacia e fedeltà: nella scena del laghetto, il testo di federico rammenta che il falconiere deve saper ben nuotare per raggiungere il suo falcone con la preda.
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