L’astrologia araba
Gli astrologi arabi occuparono un ruolo fondamentalenella storia delle arti di vinatorie,
perchè salvarono dalla distruzione i testi babilonesi, greci ed egizi
sulla “scienza dei decreti delle stelle”.
Inoltre la Spagna andalusa vide fiorire un gran numero di trattati che,
tradotti in latino, diedero origine all’astrologia occidentale.
Nel 750 la dinastia degli Omayyadi di Damasco venne sostituita dagli Abbasidi, che stabilirono la capitale a Bagdad. Ma nel sud della penisola Iberica gli ultimi discendenti degli Omayyadi si resero indipendenti da Damasco per dare vita a un nuovo califfato con capitale Cordova.
Nonostante gli scontri con i re cristiani, questo califfato continuò ad essere per molti anni centro culturale più importante dell’Occidente.
Numerosi studiosi accorrevano lì da ogni parte d’Europa, affascinati dall’immenso sapere che gli Arabi avevano raccolto e custodito.
lo studio del cielo, praticamente paralizzato dopo le invasioni barbariche, cominciò così a rinascere.
I grandi astrologi arabi
Il primo osservatorio astronomico arabo fu costruito a Bagdad nell’829 e venne seguito a breve da quello di ar-Raqqa, in Mesopotamia, dove lavoravano esperti come il califfo al-Mamun (813 – 833) e il matematico al-Fargani (813 – 861), latinizzato in Alfraganus.
Lo studio dei movimenti celesti si basava sulla Sintassi matematica di Claudio Tolomeo (circa 90 – 168), ma gli studiosi arabi elaborarono comunque teorie astrologiche sugli influssi celesti risalenti alla Mesopotamia di 2000 anni prima.
Due grandi matematici che scrissero molti trattati astrologici furono il siriano al-Kindi (813 – 860) e il suo discepolo afgano Abu Ma’Shar (787 – 874), conosciuto come Albumasar.
Il medico iraniano Rhazes scrisse opere di medicina astrologia, e il famoso filosofo siriano Tabit ibn Qurra al-Harrani, oltre a tradurre i principali filosofi greci, scrisse un trattato sui talismani astrologici divenuto famoso in tutto l’Egitto.
Nel X secolo in Spagna al-Zarqali o Artzachel (1029 – 1100) scrisse le Tavole tolediane, in cui offrì una descrizione del movimento dei pianeti così completa che divenne un punto di riferimento fondamentale sia per gli astronomi che per gli astrologi.
La teoria delle grandi congiunzioni
Mel IX secolo, il matematico Abu Ma’Shar, basandosi su alcune affermazioni di Claudio Tolomeo, scrisse i lTrattato delle grandi congiunzioni che, nei secoli seguenti, fu oggetto di discussioni nel mondo islamico non meno che in quello cristiano.
Secondo la teoria, quando determinati pianeti si trovano vicini nel cielo, la somma delle loro forze provoca grandi movimenti sul globo terrestre. non solo guerre, carestie e inondazioni sarebbero gli effetti di tali congiunzioni, ma anche la nascita o la caduta di grandi imperi o l’ascesa e la caduta delle religioni. Da questo punto di vista la volontà divina si svuotava di qualunque significato, motivo per cui i teologi la rifiutavano.
Nonostante fosse stata severamente proibita, questa teoria continuò a svilupparsi fin oal punto da essere citata in tutti i trattati di astrologia successivi.
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