La Poetessa Nobildonna e il Genio dell’Arte – “Vittoria Colonna e Michelangelo Buonarroti”
Poetessa intellettuale, ricca di valori morali, una delle donne più illustri e influenti del Rinascimento, promotrice della riforma della Chiesa.
Vittoria Colonna Marchesa di Pescara nacque nell’aprile del 1492 nel Castello di Marino, da Agnese di Montefeltro (figlia di Federico duca d’Urbino), appartenente ad una delle più antiche famiglie principesche d’Italia e da Fabrizio Colonna uno dei più illustri Capitani Nobili del suo tempo.
I suoi genitori indirizzarono la sua istruzione verso materie letterarie ed umanistiche.
Le sue molteplici doti, bellezza, intelletto, moralità, la resero una delle donne più ambite tra i nobili delle Casate Principesche.
I Colonna erano alleati alla famiglia D’Avalos e sigillarono l’ unione delle casate con il matrimonio fra Vittoria e Ferdinando Francesco promessi sposi da bambini.
Giunsero a Nozze il 27 dicembre 1509, nel Castello Aragonese (Ischia).
Ad Ischia entrarono in contatto con i migliori Artisti e letterari del tempo, tra cui: Ludovico Ariosto, Jacopo Sannazaro, Bernardo Tasso, Angelo di Costanzo ed altri.
Vittoria e Ferdinando anche se uniti da un matrimonio combinato, si amarono molto, purtroppo il triste destino li aveva condannati a passare poco tempo insieme, in quanto nel 1511 Ferdinando Francesco fu costretto dal suocero a partire in guerra per combattere la Spagna contro la Francia e durante la Battaglia di Ravenna fu fatto prigioniero.
Dopo esser diventato ufficiale dell’esercito di Carlo V fu ferito nella Battaglia di Pavia e poco dopo mori 1525.
Vittoria informata della tragica notizia venne travolta da una grave depressione.
Afflitta per la morte del suo amato marito cercò conforto nel convento delle Clarisse a Roma, dove conobbe alcune celebrità ecclesiastiche.
Nel 1536 o 1538 incontrò a Roma Michelangelo Buonarroti.
Tra i due nacque una grande amicizia fondata su stima e affetto reciproco, a testimonianza alcune missive che confermano una stretta corrispondenza epistolare.
I due erano legati dall’amore per l’arte ma anche da grandi valori e ideali comuni che suggellarono il loro affetto.
Nel 1547 la malattia di Vittoria si aggravò e Michelangelo vegliò su di Lei fino al giorno della sua morte.
Disperato e afflitto per la perdita della sua grande amica scrisse Lamento per la morte di Donna Vittoria Colonna Marchesa di Pescara, un compianto su se stesso per la morte della sua grande amica.
Vittoria Colonna Marchesa di Pescara, donna di grande cultura e carisma, ricordata per le sue grandi doti intellettuali e poetiche, fascino e bellezza di altri tempi ancora oggi nelle memorie dei cittadini marinesi che la ricordano con affetto e stima.
Un uomo in una donna, anzi uno dio,
per la sua bocca parla,
ond’io per ascoltarla
son fatto tal, che ma’ più sarò mio.
I’ credo ben, po’ ch’io
a me da lei fu’ tolto,
fuor di me stesso aver di me pietate;
sì sopra ‘l van desìo
mi sprona il suo bel volto,
ch’io veggio morte in ogni altra beltate.
O donna che passate
per acque e foco l’almea’ liei giorni,
deh, fate c’a me stesso più non torni.
(Rime, Michelangelo)
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.