La fisiognomica
Fu il filosofo greco Aristotele (384-322 a. C.) a usare per la prima volta questo termine, il cui significato letterale è “giudicare la natura”, nel testo Fisica. Secondo l’autore era possibile dedurre il carattere di una persona osservandone le caratteristiche esteriori. Modo di camminare, gesti, comportamento, voce, forma del corpo, sesso, colore della pelle, tipo di capelli e tratti del viso, erano tutti fattori che contribuivano alla deduzione.
Su tali basi nacque la “scienza della fisiognomica”. Durante il medioevo si interessarono ad essa pensatori e uomini di Chiesa, come Alberto Magno (1193-1280) e Ruggero Bacone (1214-1294), i cui studi si basavano principalmente si alcuni trattati di Averroé, Avicenna e Al-Razi.
Nel Rinascimento fiorirono trattati enciclopedici sull’argomento ; il più completo di questi è La Fisiognomia Umana, scritto dal medico napoletano Giambattista Della Porta nel 1586. L’opera si articola in quattro volumi e riprende la teoria di Aristotele, invitando a procedere nell’indagine tenendo conto dell’intero corpo della persona in questione, non limitandosi solo al volto, diversamente da quanto affermato dai testi immediatamente precedenti.
Nel 1772 Kaspar Lavater pubblicò un’opera innovatrice “La Fisiognomica” il cui scopo era essenzialmente religioso: offrire ai buoni cristiani uno strumento infallibile per distinguere le persone buone e compassionevoli da quelle cattive e spietate. Con questo testo l’analisi del volto umano diventò un mezzo per giudicare le qualità interiori di una persona.
Pochi decenni più tardi il medico tedesco Franz Joseph Gall (1758-1828) sosteneva di aver scoperto una corrispondenza tra le facoltà mentali di un individuo e le protuberanze sul suo cranio.
In Italia lo studioso più noto fu Cesare Lombroso (1835-1909), che elaborò un sistema di fisiognomica criminologica, accolto positivamente da giudici e avvocati, che affermava che le anomalie fisiche di una persona rispecchiassero la sua degenerazione morale. La fisiognomica divenne così un metodo per riconoscere i delinquenti.
Attualmente a tale pratica non è riconosciuto più alcun valore scientifico.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.