Il paese più romantico dei Castelli Romani: Nemi
“E de fragole ‘n profumo
solo a Nemi poi sentì.
Sotto quer lago un mistero ce sta,
de Tibberio le navi so’ l’antica civirtà.”
Cosi cantava Lando Fiorini nella celebre canzone Romana “Nannì (na gita a li castelli)”.
Situato su un bellissimo e misterioso lago, dal tocco romantico-medievale; storia, leggenda e mitologia regnano sovrane in questo paesino, Nemi.
È il più piccolo paese dei Castelli Romani (secondo solo a Colonna), e sicuramente il più romantico.
Il nome deriva da “Nemus Dianae”, bosco sacro dedicato alla Dea Diana, divinità italica, latina e romana, signora delle selve, protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti, protettrice delle donne.
A lei fu dedicato un tempio frequentato come sanatorio miracoloso.
In età romana vennero costruite delle navi celebrative dedicate a Diana o ad Iside, lunghe rispettivamente 64 e 71 metri.
Ma chi aveva costruito queste navi-santuari?
Sono state elaborate varie ipotesi ma molto probabilmente erano state commissionate dagli imperatori Tiberio o Caligola.
Queste navi, affondate nel lago erano rimaste una leggenda finchè vennero avvistate nei fondali e riportate alla luce.
Solo tra il 1929 ed il 1932 venne messa in piedi un’imponente spedizione archeologica che comportò lo svuotamento delle acque del lago per ben 22 metri di profondità e si riuscì a tirare a riva le due navi custodite poi nel museo delle Navi Romane.
Purtroppo il destino fu avverso, e durante la seconda Guerra Mondiale, nella notte tra il 31 Maggio e il 1 Giugno del 1944, il museo che custodiva le preziose navi andò a fuoco (l’incendio forse fu causato da soldati tedeschi), cancellando ogni traccia di questi bellissimi reperti archeologici che avevano tanto da raccontare.
Oggi nel museo sono custoditi dei modellini in scala.
Tornando alla vita del paese, cominciò ad esistere solo quando fu edificato il castello, attorno al IX secolo.
La potente famiglia dei Conti di Tuscolo che già controllava gran parte dell’ Agro Romano e dei Colli Albani molto probabilmente si impadronì della comunità agricola residente nella valle del lago.
Fortificarono la zona più elevata, che dominava tutto il lago ed era inattaccabile da tre lati, dando origine a quello che nei testi dell’epoca viene definito più volte “castrum Nemoris“, cioè “la cittadella del bosco”.
La popolazione di contadini e pescatori che viveva nella valle del lago trovò più sicuro avvicinarsi al fortilizio tuscolano e costruì la parte più antica di Nemi, quella che oggi è detta “Pullarella“.
Con la decadenza dei Conti del Tuscolo e di altri castelli dei Colli Albani, nel 1090 subentrarono i Frangipane.
Papa Lucio III decise di concedere il castello ai monaci cistercensi dell’abbazia delle tre fontane sulla Via Laurentina; probabilmente perchè in quel periodo si infiammò una controversia giudiziaria tra l’abbazia delle Tre Fontane ed i tre fratelli Gandolfi, che avanzavano pretese su una torre edificata dalla loro famiglia in territorio nemese presso l’attuale Genzano di Roma.
Nel 1218 la disputa terminò con la rinuncia alla torre da parte dei Gandolfi.
Durante lo Scisma d’Occidente (1378–1417), l’antipapa Clemente VII, in cerca di appoggi militari per scalzare il suo rivale papa Urbano VI, concesse a Giordano Orsini, feudatario di Marino, la signoria di Nemi ed altri castelli e casali dell’ Agro Romano, dopo la Battaglia di Marino (30 aprile 1379).
La fine della questione non è chiara, probabilmente Giordano Orsini prese possesso di Nemi e degli altri possedimenti.
All’inizio del Quattrocento, Papa Bonifacio IX nella crociata contro i Caetani ed i Colonna indetta nel 1399), concesse Nemi ed altri feudi a Tebaldo Annibaldi, ma dopo la morte del papa gli furono revocati, poi riacquisiti dai suoi eredi grazie ad una bolla pontificia del 1411.
Nel 1412 Riccardo Annibaldi restituì il feudo ai monaci cistercensi, per poi riprenderlo qualche anno dopo.
I cistercensi preoccupati per il loro feudo, e per avere un po’ di tranquillità, decisero di affittarlo per tre anni Giordano Colonna (nipote del papa Martino V).
Il feudo venne definitivamente acquistato dai Colonna nel 1428, dopo qualche anno vendettero a scopo di garanzia insieme ai feudi di Genzano di Roma al cardinale Guillaume d’Estouville, il quale li trasmise ai propri figli Agostino e Girolamo.
Nel 1501 papa Alessandro VI concesse ai propri nipoti Giovanni e Rodrigo Borgia, rispettivamente di tre e due anni di età, una quarantina di feudi laziali a testa (tra cui Nemi) amministrati dal cardinale Francesco Borgia.
Con la morte di Alessandro VI e la caduta dei Borgia, il feudo di Nemi tornò ai Colonna sotto il dominio di Marcantonio I Colonna, ma a metà del Cinquecento iniziò un vortice turbinoso di passaggi di proprietà per il feudo.
Nel 1566 subentrò nella proprietà Francesco Cenci, che dopo qualche anno lo mise nuovamente in vendita.
Nel dicembre 1571 Marcantonio Colonna, vincitore nella celebre battaglia di Lepanto, rinunciò al diritto di retrovendita su Nemi e il feudo venne venduto a Muzio Frangipane.
La famiglia Frangipane fu molto importante per il miglioramento del paese.
Si deve a loro la realizzazione di molte opere pubbliche e dei monumenti più importanti. La famiglia citata impreziosì il castello (edificato a suo tempo dai cistercensi e fortificato dai Colonna), edificò la nuova chiesa dedicata alla Vergine di Versacarro, e rese il paese più gradevole, sicuro e accogliente.
In seguito il feudo restò alla famiglia Frangipane ed ai suoi discendenti per molte generazioni.
Ma come appare Nemi oggi?
Una meraviglia. Paese molto curato e pulito, famoso per i fiori e per le fragole, con una vista sul lago incantevole.
In primavera ogni balcone, vicolo e scorcio viene decorato con fiori e fragole che rendono la passeggiata romantica e colorata. Lungo le terrazze e il corso principale si possono degustare le specialità del posto: tortine di fragoline di bosco e crema chantilly, dolci tipici, bevande a base di fragole, come “il fragolino”, e molto, molto altro.
Proseguendo la passeggiata si arriva alla “terrazza degli innamorati” un terrazzo paesaggistico con splendida vista sul lago, luogo molto romantico e suggestivo.
Si può proseguire la passeggiata visitando i giardini pubblici. Un percorso unico dove flora, fauna e leggenda si intrecciano in ogni scorcio. Questo posto incantato è aperto a tutti, è gratuito e si può visitare entrando sia dalla splendida terrazza degli innamorati che da via San Michele.
Nemi è un paese ricco di mistero dove ogni scorcio, statua e rudere ha tanto da raccontare. Un passato leggendario e mitologico, storie di uomini, di dei, boschi e sorgenti incantate. Magia e storia si intrecciano rendendo questo piccolo grande paese un prezioso gioiello dei Castelli Romani tutto da scoprire.
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