Fuga di Mezzanotte

Fuga di mezzanotte

Finalmente era pronto: c’era riuscito, poteva fuggire. Il cielo era grigio ed era una notte di foschia dai toni cupi. Sua moglie stava dormendo immersa in chissà quale sogno.

Sembrava contenta come ormai non lo era da anni  mentre parlava alla rinfusa dei suoi bambini e del più piccolo, che in un compito alla maestra aveva scritto: ‹‹la mia mamma è coccolosa››.

Lui avrebbe voluto abbracciarla nel sonno e baciarla un’ultima volta, ma era tardi: l’aereo sarebbe partito fra poche ore e non lo avrebbe atteso, non lo avrebbe chiamato una seconda volta verso il suo folle volo.

L’uscio di casa era appena aperto e la mente già fantasticava viaggi incredibili in terre sconosciute, stupende principesse da salvare e chissà quali altri arcani misteri.

Ma c’era qualcosa che non quadrava nella storia della mezzanotte, qualcosa di terribilmente importante che aveva dimenticato. Forse non aveva preso tutto l’armamentario? Eppure gli armadi ed i cassetti erano vuoti quando era uscito e Linda stava dormendo, o forse fingeva.

Accese una sigaretta, l’ultima pensava. Mentre cercava di radunare le idee e i vuoti della memoria si convinceva sempre di più che qualcosa era andato storto: c’era ancora un ultimo ingranaggio da manipolare per poter chiudere definitivamente con quella prigione che tanto lo aveva castrato sin dalla fatidica data in cui era nato il suo primo bambino.

Proprio in seguito a questo pensiero cominciò a sudare freddo e a tremare come una foglia, accendendo una seconda sigaretta. Mancavano ormai solo un paio d’ ore alla partenza ed era diventato nervoso come non mai. Finalmente si decise, spense quel suo capriccio infantile assieme alla cicca che aveva gettato giù per le scale e tutt’a un tratto ricordò ogni cosa: si era dimenticato di dare la buona notte alla moglie e di raccontare una favola ai bambini.

Si mise a correre verso la camera dei figli e con grande stupore li trovò ancora lì che dormivano: aveva avuto paura di perderli per sempre nel buio della stanza, rapiti magari da uno dei fantasmi nebulosi della mezzanotte.

di Enrico Passeri

Lascia un commento