Charles Dickens – Camogli

CAMOGLI

C’è una città, Camogli, col suo piccolo porto sul mare ad un centinaio di piedi al di sotto della strada, in cui vi sono famiglie di marinai.

Discendendovi per mezzo della via mulattiera che serpeggia giù fino alla riva, è la miniatura perfetta di una città marinara primitiva: la più salata, la più ruvida, la più piratica cittadina che sia mai esistita.

Il cammino è ad ogni passo ostruito da grandi anelli di ferro arrugginiti e da catene d’ormeggio; robusti battelli capaci di resistere al maltempo e indumenti da marinaio ondeggiano nel piccolo porto, o son messi ad asciugare sulle lastre riscaldate dal sole;

sul parapetto del rozzo molo alcuni individui di carattere anfibio stanno a dormire, con le gambe ciondoloni sull’acqua, come se per essi l’acqua e la terra fossero tutt’una cosa.

Alle abitazioni che non danno immediatamente sul porto, si accede mediante passaggi a volta bassi ed oscuri e salendo o scendendo scale che hanno sempre qualche voltata, come se, per l’oscurità e le difficoltà di accesso, esse dovessero essere simili alle stive delle navi, o delle incomode cabine sotto il livello dell’acqua; e dappertutto c’è l’odor di pesce, di alghe e di funi vecchie.

Charles Dickens “Impressioni d’Italia (1844-45)”

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