Capitolo 18. Rillith non mollare!
CAPITOLO 18°
Rillith non mollare!
«Allora tutto chiaro Baulino?»
«E se questo contribuirà a farla indebolire ancora di più?»
«Cerca una soluzione, su questo non posso aiutarti. Io ora vado…»
«Nhel, ancora un attimo ti prego, fammi rivedere Rillith ti prego. Fammela rivedere solo per un istante.»
Sctrich… poi Falcon emise un forte fischio.
«Fa’ attenzione Falcon…»
«Oscar non nasconderti, ho sentito la tua presenza.»
«Ehm, io veramente ero venuto a cercarti, non credo ti possa innervosire per questo. Giusto? Eravamo preoccupati…»
«Sì sì, poi ne riparliamo, ora fammi vedere cosa si è fatta Falcon.»
«Ciao bella, dammi la tua enorme zampona e stai buona eh? Voglio solo toglierti questo ramo appuntito. Ecco fatto, dammi la spada Oscar.»
«Eccola, cosa fai?»
«Estraggo del liquido rigenerante e rinfrescante, è uno squarcio profondo, avvicinati e accarezzala. Brucerà un po’…»
«Fatto Falcon, tutto apposto…»
Falcon emise un suono di ringraziamento, poi li lasciò lì e volò via.
«Allora Oscar, da quanto sei lì? Anche se è una domanda superflua, perché ti ho sentito arrivare.»
«Da un po’…»
«Cos’hai visto? O sentito?»
«Vedevo te parlare e accanto a te un’aura di color, diciamo tra il bronzeo e l’argentato, dalle sembianze elfiche e sembrava avesse una forma femminile.»
«Non ci siamo proprio. Non avresti dovuto vederla, non mi spiego come sia possibile tutto ciò. O meglio, Nhel mi ha spiegato tutto ma ancora non me ne capacito.»
«Era Nhel? E io l’ho vista? Ma cosa sta succedendo Baulino? Però scusa, non c’era nulla di strano quando ci hai presentato Luiné.»,
«Luiné? In quel caso è stato diverso, lo ha voluto lei. Oscar ti prego, raggiungi gli altri a Toran e di’ a tutti che sarò di ritorno non appena avrò capito cosa accade; io ho ancora bisogno di parlare con Nhel e di vedere Rillith.»
«Rillith? Anche io, ti prego, fammela rivedere…»
«Va’ Oscar, te ne prego, si sta già sconvolgendo tutto, non mi pare il caso di farti vedere anche Anarion-Isira.»
«Tu come fai a vederla?»
«Nhel potrà farmela rivedere.»
«Baulino!»
«Sì Oscar?»
«La Cascata, dalla cascata non sgorga più tanta acqua! Sta finendo tutto, vero Baulino?»
«Va’ Oscar, ti prego…»
«Se solo non se ne fosse andata, se solo tu… non può finire tutto così!»
«Asia sarebbe stata lo stesso sconfitta, io non c’entro nulla, Rillith sarebbe stata richiamata lo stesso. Ora vattene!» esclamò Baulino con tono adirato.
Oscar, piangendo, si allontanò da Baulino, correndo nel bosco cadde e si accasciò ai piedi di un albero.
Oscar pianse talmente tanto che, stremato, si addormentò.
«Nhel! Nhel, ti prego, ritorna da me! Ho bisogno ancora di vedere Rillith!»
«Baulino sono qui, quel dolce ragazzo era Oscar?»
«Certo, era lui.»
«Perché lo hai trattato così? C’è bisogno di tranquillità. Loro soffrono perché Rillith non c’è e ora non può tornare e hanno paura di perdere anche il loro testardo elfo.»
«Lo so, è che io, credimi, non capisco tutto quello che mi sta accadendo. Sono stati due anni di tormento, perché tutto questo? Solo per un’amica? Una elfa che ricordo ancora con dolcezza? Non le ho fatte io le leggi, le nostre leggi! Oh Nhel! Se avessi saputo, se solo avessi avuto un minimo segnale da parte di Rillith, io… sì, io forse…»
«Avresti causato la fine di Lemuria e dei nostri regni? Questo volevate?»
Baulino non rispose, era fermo immobile a fissare Nhel, poi disse: «Non sta accadendo lo stesso?»
«No, ma solo se farai tutto ciò che ti dico. Ora vai a recuperare Oscar dal bosco, portalo a Toran, inizia a dare qualche spiegazione a quei poveri ragazzi, poi torna, ti farò vedere Anarion-Isira. Ti serve proprio una bella lezioncina di buone maniere, eh elfetto?»
«Scusa Nhel, non ne faccio mai una buona…»
«Non è vero Baulino, in questi due anni sei stato importante per loro e ora lo sei ancora di più. Il loro magico amico, l’unico che è in grado di capire i loro sogni, l’unico che regala speranze, il forte elfo che dona sorrisi. Li hai anche fatti crescere e ora capiscono quali sono i valori dei regni, dei mondi. Dai, va’ da Oscar.»
Baulino non disse nulla, si girò e corse alla ricerca di Oscar.
Lo trovò con molta facilità, le lacrime scorrevano ancora sul suo volto, lui si mise in ginocchio e lo accarezzò, Oscar rabbrividì e Baulino lo prese in braccio.
«Mi dispiace Baulino, mi sono comportato come un bambino. Il bambino impulsivo di un tempo, dovevo aiutarti e invece…»
«No Oscar, tu hai ragione. Avrei dovuto avere più cura per Rillith, invece io la facevo disperare, mi comportavo da immaturo…»
«Dimmi solo che risolveremo tutto.»
«Certo! Ora siamo arrivati a Toran, ti metto giù?»
«No, sento una sensazione di protezione…»
Baulino lo guardò, infondo Oscar, anche se cresciuto, un po’ bambino lo era ancora.
«Ah finalmente! Eravamo molto preoccupati…» disse Leodor.
«Cos’è successo al mio fratellino? Chi lo ha ferito? Sanguina…»
«Tranquilla Hea, sono solo inciampato…»
«E Falcon?» chiese Karin.
«È ritornato da Luiné» poi Baulino continuò, «Devo parlarvi…»
«Sembra grave dalla tua espressione» disse Hea.
«Tranquilli, certo sono preoccupato ma tutto si risolverà. Ascoltatemi, Nhel mi ha detto che l’unica soluzione, per il momento, che possa far riprendere i sensi ad Asia e aiutare Rillith a far sì che Anarion-Isira possa risvegliarsi, è far bere a Rillith e Asia un’intera bottiglietta di Londir Elvę Rinĝëril.»
«Eh? E come faremo a procurarcela? Se tu dovessi incontrare di nuovo Luiné, secondo me Rillith ne risentirebbe…»
«Lo so Karin, ma lo farei per lei…»
«Io ho un’idea.»
«Dimmi Oscar…»
«Io ho potuto vedere Nhel, giusto? Per fortuna non è accaduto nulla…»
«Ho capito dove vuoi arrivare ma non puoi introdurti su Londir Vardamir.»
«E se attraverso Falcon avvisassimo Luiné? E magari ci incontrassimo da qualche parte?»
«Io ho un’idea migliore, potremmo, come ha detto Leodor, avvisare, attraverso Falcon, Luiné e poi incontrarci con lei a Rubę Màşş. Tu ci hai detto che lì è un posto sicuro, all’interno della Luna, al quale si accede tramite un passaggio dimensionale, dove non vi è pericolo di essere visti o poter vedere altre creature elfiche; così da poterle spiegare la situazione, cosa ne dici?»
«Dico che… faresti questo per me, Oscar?»
«Certo, perché non dovrei? Tu hai fatto tanto per noi…»
«Ehi ehi ehi, aspettate un attimo! E noi? Io credo sia meglio non dividersi.»
«Invece no, Hea. Lemuria potrebbe risvegliarsi da un momento all’altro, qualcuno deve restare qui.»
«Giusto Baulino! Cosa intendi fare?» chiese Leodor.
«Leodor, credo che tu debba restare qui con Hea…»
«Lo sapevo, sono sempre sfortunato!»
«Tu? Io invece no?»
«Dai ragazzi, spero ci saranno occasioni migliori…»
«Ha ragione Baulino, adesso l’unica cosa che conta è aiutare Rillith. Siamo una squadra e dobbiamo collaborare tutti, ognuno con un compito diverso» esclamò Karin.
Baulino sorrise a Karin, poi chiamò Falcon e gli lasciò un messaggio.
Il messaggio recitava in antica lingua elfica: “Rōsúe Luiné ő ć dol Londir Elvę. П tog. Munĩ lé à Rubę Màşş[1].”
Falcon volò subito da Luiné a lasciarle il messaggio.
Nel frattempo a Toran, Baulino spiegava a Leodor, Oscar, Karin e Hea il da farsi.
«Allora ragazzi, io ora devo andare di nuovo a incontrare Nhel; Karin e Oscar aspetteranno qui Falcon. Hea, tu aprirai subito un portale che chiuderai non appena Falcon, Oscar e Karin lo oltrepasseranno. Successivamente tu e Leodor vi dirigerete nelle vostre case per controllare la situazione. Ci vediamo qui, non appena io finisco di parlare con Nhel. Tutto chiaro?»
«Sì, certo Baulino, tutto chiaro!» esclamarono.
«Forse però, è meglio che attendi anche tu il ritorno di Falcon, se Luiné ha lasciato un messaggio solo tu potresti tradurlo…»
«Ok Oscar.»
«Eccola, è già di ritorno!» esclamò Leodor.
Falcon iniziò a “parlare”.
«Tutto chiaro. Allora, Falcon mi ha detto che Luinè vi aspetta, parlerà direttamente con voi. Spiegatele tutto, mi raccomando, non tralasciate nulla.»
Mentre Oscar e Karin oltrepassavano il passaggio, Hea e Leodor si recarono nelle loro case per controllare che ancora tutto fosse fermo.
Baulino, nel frattempo: «Nhel! Nhel… puoi tornare?»
«Baulino sono qui, vieni, avvicinati…»
«Ah eccoti!»
«Allora, avete risolto?»
«Certo ma come mai hai scelto di incontrarci a Gilraen Melwasúl[2]?»
«Qui siamo al sicuro, se Lemuria dovesse risvegliarsi nessuno ci vedrebbe.»
«Capisco, ma come faccio a rivedere Rillith?»
«Voltati…»
Ciò che vide Baulino non era di certo un meraviglioso spettacolo.
Asia giaceva su un letto di foglie ormai appassite e Rillith le stava accanto priva di forze. Altri folletti correvano su e giù da un posto all’altro cercando di fermare quella che ormai sembrava una fine certa. Altri ancora le circondavano sperando di poter far ritrovare a Rillith la vitalità di cui avevano bisogno per far sì che Asia potesse riprendersi.
Le riempivano Nindë Yávë, una pianta rigenerativa il cui profumo era percepito solo dai folletti. Era in grado di rigenerare solo gli strati superficiali della pelle e di richiudere le ferite più innocue, quindi non bastava per ridare la forza che serviva a Rillith.
«Così non va proprio, le cose stanno peggiorando. Nhel, io spero che la pozione abbia effetto.»
«Datti forza Baulino, Rillith sicuramente ritroverà le sue forze e Asia pian piano riuscirà a riprendersi… vedrai!»
«Come faremo a dargli la pozione?»
«Mi sono già messa in contatto con Ferir.»
«Giusto! Che domande, figuriamoci se non avevi già pensato a tutto!»
«Ti sei tranquillizzato ora?»
«Sì, un po’ si ma non mi spiego come mai Asia sia stata sconfitta.»
«La guerra combattuta dalla piccola Asia, insieme a Myku non è stata semplice. Come ben sai, a Sil Marwen[3] l’equilibrio si era distrutto per via di una stella che morendo aveva creato un vortice senza fine. Il vortice portava da Sil Marwen a Ánië Sing[4]. Ánië Sing non è uno dei luoghi più sicuri, soprattutto dopo il disastro di Nyra; lì dopo vari combattimenti Asia ha ceduto, era stanca e mal nutrita. Myku è più resistente e ora sono al suo fianco i folletti più valorosi del nostro regno. La battaglia sta giungendo al termine e stanno per richiudere il vortice.»
«Ho capito, tutto chiaro, quindi hanno lottato contro i Ma-cil oscuri. Ora è tutto chiaro!»
«Speriamo solo che i Macil non abbiano attraversato il vor-tice…»
«Già, sarebbe un bel guaio…»
«Ora ritorna a Toran e aspetta i tuoi ragazzi…»
«Prima volevo salutare Rillith.»
Baulino poggiò la mano sinistra sullo specchio di acqua creato da Nhel.
«Piccola Rillith, ti salverò, non mollare! E salverò anche te Asia, chissà che un giorno non potrai abbracciare Leodor e Karin… sarebbe fantastico.»
«Ora va’ Baulino, Karin e Leodor sono di ritorno dalla loro ispezione, avranno sicuramente da dirti qualcosa…»
Così Baulino si diresse a Toran.
Durante il cammino incontrò Leodor, era solo.
«Baulino, Baulino! Ah che bello rivederti! È successa una cosa strana…»
«Leodor, calmati e spiegami tutto. Dove è Hea?»
«Hea è rimasta bloccata in casa sua: un forte vento all’improvviso le ha impedito di uscire dalla porta, facendola restare bloccata dentro casa, è molto strano perché il vento soffiava solo sulla casa di Hea.»
Baulino non disse nulla, iniziò a correre preoccupato: «Se-guimi Leodor!»
Leodor lo seguì senza fare domande.
Arrivati a casa di Hea, Baulino si fermò dietro un albero e fece segno a Leodor di restare dietro di lui.
«Cosa succede, Baulino?»
«Ora non posso spiegarti nulla ma ho un piccolo sospetto. Resta qui, avanzerò solo io.»
«Sii prudente, ora sembra tutto calmo ma all’improvviso si scatena una tempesta, è successo così quando ho provato ad avvicinarmi e Hea è sola, sarà spaventata…»
«Tranquillo e grazie per le informazioni.»
Così Baulino avanzò pian piano verso casa di Hea, proprio come aveva detto Leodor, all’improvviso un forte vento si levò, facendo a malapena riuscire a far camminare Baulino che, a questo punto, non poté che usare i suoi poteri per scoprire di cosa si trattava.
Per fortuna non erano i Macil, al contrario, era una sorta di protezione creatasi intorno alla casa di Hea.
Baulino fece sì che il vento potesse calmarsi, così da far uscire Hea per tranquillizzarla.
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