Capitolo 16. In viaggio con Baulino
CAPITOLO 16°
In viaggio con Baulino
Leodor e Oscar guardarono Baulino ma l’unica cosa che riuscirono a dire fu:
«Allora Baulino, non vuoi dirci proprio nulla su dove siamo diretti?»
«Seguitemi e lo scoprirete.»
Baulino scomparve dentro le profondità del mare.
«Eh? Vorrebbe che lo seguissimo in mare? Ma questa è follia!»
«Leodor?»
«Sì!»
«Ricordi Dolcilandia?»
«Certo ma che domande…»
«Lì tutto si era adattato a quel fantastico mondo… Io credo che dovremmo seguirlo! Fidati!»
«Speriamo non faccia freddo, siamo in pieno gennaio e inoltre vedi il mare, è in tempesta!»
«Dai Leodor, non fare storie, Baulino sa quel che fa. Ci sarà qualche magia» e così dicendo scomparve anche lui nel blu del profondo Oniwa.
Non c’era nessuna magia. Solo un lunghissimo tunnel di vetro che non lasciava intravedere nulla se non l’immenso buio delle profondità delle acque marine.
Leodor, un po’ spaventato ma incuriosito, non poté che seguirli: chiuse gli occhi e si immerse in quel bellissimo mare.
Sentiva in lontananza le voci dei suoi amici quindi pian piano iniziò a fidarsi e aprendo gli occhi vide anche lui quel tunnel che sembrava senza fine.
«Leodor dai vieni, coraggio! Vedrai che meraviglie…» urlò Baulino, e poi riferendosi a Oscar: «Estrai la tua spada, i cristalli specchiandosi sul vetro ci faranno luce.»
«D’accordo Baulino!»
Oscar estrasse la spada, la luce lasciò intravedere le meraviglie dei fondali.
«Baulino ma dovremo percorrere tutto questo tunnel? Dove dobbiamo andare?»
«Certo Oscar, tutto. Lasciate fare a me, non ve ne pentirete!»
«No Baulino! È troppo lungo, troppo…»
«Ma che ragazzi sfaticati! Ci vorranno solo cinque giorni e credetemi ne varrà la pena!»
«Combatteremo? Uh… cos’è questo essere che mi fissa?»
«No! I dra… Ehm, volevo dire che non credo ci sarà occasione.»
«I dra… che?»
«Nulla Oscar, dicevo che quell’enorme essere che ti fissa…»
«Sì, sì! Cambia pure discorso!» dissero Oscar e Leodor mentre fissavano Baulino con sguardo sospettoso.
«Quello è un esemplare di stella marina gigante, non ne vedevo da millenni. Per l’esattezza si chiama Astretalea.»
«Cosa puoi dirci su di lei? Ah, incontreremo Hary?»
«No Leodor, Hary è l’essenza più profonda di Oniwa, ha sembianze umane certo, ma è fatta di acqua e vive nelle profondità. Noi non siamo così tanto in profondità da poterla incontrare, o meglio, potrebbe anche essere vicina a noi e proteggere il nostro cammino ma non potremmo mai distinguerla.
Comunque, ritornando alla nostra Astretalea[1] posso dirvi che è un essere mite e sensazionale. Ce ne sono di rosse, gialle, rosa, verdi e passano la maggior parte del tempo in cerca di cibo. Sono luminescenti e rigenerano le parti del proprio corpo. Quelle giganti sono in via di estinzione, però vedete? Quelli sono i suoi cuccioli…»
«Che belle!»
«Hai ragione Oscar, sono proprio belle.»
«I fondali dei mari sono proprio magnifici e nascondono segreti. Tu Baulino, puoi raccontarci altro?»
«Certo Leodor. Man mano che proseguiamo sicuramente vedremo tante straordinarie creature, viventi e non e vi spiegherò ogni cosa. Ad esempio, quello alla nostra destra non è proprio un essere vivente ma nasconde i segreti del passato. È un oggetto: uno scrigno fatto con del materiale sconosciuto anche a noi elfi; è alto circa quaranta centimetri e risale a 20.000 milioni di anni fa…»
«Eh? E com’è giunto fino a noi così intatto?»
«Come ogni ogetto prezioso, anche questo veniva sorvegliato da elfi e folletti, ed è stato tramandato di mare in mare fino a giungere qui, nel mare di Oniwa dove ancora oggi viene custodito attentamente da tutti gli esseri del mare e soprattutto da Hary.
Si narra che contenga ignoti cristalli all’interno dei quali vivono piccolissimi esseri che si nutrono della luce stessa che sprigionano i cristalli, e che quindi non può essere portato al di fuori dei fondali marini perché il mare contiene gli elementi essenziali che permettono la sua conservazione, nonché sprigiona delle scariche che consentono alla luce di rigenerarsi all’infinito. Se dovesse essere portato via dal suo habitat si sconvolgerebbe l’intero ecosistema.»
«Mamma mia e chi immaginava tutto questo! Certo che se tutti venissero a conoscenza di cosa si nasconde nei fondali di Oniwa sarebbe la fine.»
«Proprio per questo dobbiamo fare attenzione a rispettare ciò che ci circonda.»
«Ma se nessuno conosce la storia di questi fantastici esseri come possono rispettarli?»
«Bella domanda Oscar, tu credi che nessuno abbia cercato di sradicare quello scrigno dal suo habitat naturale? E credi che Hary non abbia fatto nulla per impedirlo? Bé come sapete bene, gli uomini sono curiosi ma la natura sa difendersi quindi mai più nessuno ha provato ad avvicinarsi più di tanto a quello scrigno!»
«Ho capito.»
«Sì anche io. E questo tunnel? Lo può vedere chiunque?»
«No Leodor, solo noi tre, sempre perché i vostri sogni lo permettono.»
«E tutti questi esseri possono vederci?»
«Certo Oscar, loro si, soprattutto perché ci sono io.»
«Ma tu potresti nuotare nel mare senza attraversare il tunnel?»
«Ovvio Leodor. Avrei anche potuto, che so, farvi trasformare in creature marine, per permettervi di respirare sott’acqua ma se vi sto facendo attraversare il tunnel c’è una ragione e presto la scoprirete.»
«Sì presto, mancano ancora cinque giorni di cammino!»
«Dai Leodor, più cresci più diventi fannullone?»
«No Oscar, che dici? È solo che… vabbè niente, proseguiamo.»
«Manca a tutti, piccolo Leodor ma Rillith non vorrebbe vederti così, forza e coraggio che tra un racconto e l’altro il tempo volerà e non ti accorgerai di aver camminato tanto!»
Leodor e Oscar guardarono Baulino e gli chiesero: «Cosa ti ha detto Rillith?»
Baulino si fermò.
«Mi ha detto di non smettere di avere sogni e di ricordarla sempre, solo così possiamo aiutarla e possiamo rianimare Asia. Anarion-Isira[2] ha bisogno dei vostri sogni, delle vostre speranze.»
«Ma se noi non abbiamo mai smesso di pensare a Rillith come mai sta succedendo tutto questo? Cosa c’entra Asia con il ritorno di Rillith?»
«Asia è stata sconfitta, è rimasto Myku, l’unica speranza in quella estenuante battaglia al di là dell’etere. Ma ora andiamo avanti, Rillith deve restarle accanto e lei sa quel che fa.»
«Baulino, Baulino! Corri presto!»
«Dimmi Oscar…»
«Cos’è quell’essere gigante che sta sorvolando il tunnel?»
«Quello? Bé si… ecco… quella è una manta gigante…»
«Sì la conosco, papà me ne aveva parlato ma io non gli ho mai creduto perché non ne avevo mai vista una. Wow! Che forza! Ricordi Oscar? Ne parlai anche a te…»
«Cosa ti ha detto di questo straordinario essere?» chiese Baulino.
«Mi ha detto che ha un’apertura alare di sette metri, che è molto agile e forte; sono esseri che spuntano all’improvviso e scompaiono misteriosamente.»
«Sì Leodor, è vero me ne avevi parlato ma vederla è diverso, sembra magico il suo modo di muoversi, sembra “volare” nel mare.»
«È vero Oscar, sembrano esseri magici e tutto quello che ha detto Leodor è giustissimo ma sono sicuro che non sapevate che vive nei mari caldi e respira con la bocca. Si ciba di plancton, ossia piccoli animali che si lasciano trasportare dalla corrente e durante la notte, le mante, fanno dei grandiosi balzi fuori dall’acqua volando qualche metro al di sopra della superficie con un ponderoso battito di ali e questo loro movimento crea una magia perché durante la notte, quando tutto è buio, lo scintillio delle gocce di acqua che si alzano insieme alle mante forma un arcobaleno di mille colori che pian piano riscende, fino a scomparire con esse.»
«No Baulino, questo non lo sapevo…»
«Che meraviglia! Qualche notte, Leodor, dobbiamo ammirare il mare della nostra isoletta e sperare di poter osservare il volo delle mante e farlo vedere anche alle nostre sorelline. Un po’ mi mancano, chissà cosa avremmo combinato tutti insieme! La piccola Karin di certo si sarebbe spaventata e sarebbe stata appiccicata a Baulino per tutto il tempo.»
«La mia sorellina non è più tanto piccola, anzi per me sta crescendo troppo in fretta.»
«Io invece credo che se ci fosse stata qui Rillith vi avrebbe rimproverato perché voi uomini siete superficiali e non osservate la natura con il cuore, poi si sarebbe girata di spalle e avrebbe continuato il cammino “mano nella mano” con le sue fanciulle.»
Scoppiarono a ridere, poi Leodor disse:
«Dobbiamo ammetterlo! Ci mancano le fanciulle.»
«Eh sì, ci mancano ma almeno sappiamo di poterle rivedere, almeno Karin e Hea subito. Rillith chissà…»
«Forza Baulino, non affliggerti, Rillith ti ha perdonato e tornerà, ne abbiamo già parlato. Dai forza! Non dobbiamo arrenderci. Ha bisogno di noi!»
«Oscar ha ragione, tutto tornerà come prima, anzi meglio di prima!»
Baulino sorrise a Oscar e a Leodor.
All’improvviso un enorme scossone fece tremare il tunnel.
Oscar e Leodor si strinsero a Baulino urlando per la paura.
La spada di Oscar cadde e, tornando una semplice chiave, li lasciò al buio.
«Calma ragazzi» ma il tunnel tremò ancora una volta, un’altra e un’altra ancora.
«Oscar ascoltami, prendi la chiave…»
«Ho paura Baulino.»
«Non è nulla tranquilli…»
«Non la trovo!»
«Eccola Oscar, è vicino ai miei piedi…»
«Ok Leodor mi abbasso, Baulino tienimi stretto.»
«Sì Oscar, tranquillo.»
A un tratto si sentì un forte e sofferente canto.
Tutti si bloccarono.
Baulino fece un lieve sorriso: «Dai Oscar, estrai la spada dalla chiave vedrete che meraviglia…»
«Chi è che canta?»
«Vedrai Oscar, vedrai…»
Finalmente la luce che si rispecchiava sul vetro del tunnel fece vedere l’enorme essere che cantando stava comunicando con Baulino.
«Ciao piccola…»
«Eh? Ciao piccola?»
«Ma è enorme! Cos’è? Perché urla in quel modo?»
«Leodor sta comunicando con me, Oscar avvicinati non ti farà del male e non romperà mai il tunnel. Ha paura quanto voi, sta cercando di comunicarmi qualcosa…»
Baulino poggiò la mano sul tunnel, l’enorme animale marino si avvicino e cantò sempre più forte.
Baulino annuì, poi nella sua lingua pronunciò queste parole: «Hőż ϊà å lěnĵ.»
L’essere si zittì, si calmò e cominciò un canto più lieve.
«Baulino puoi spiegarci cosa sta succedendo? Cos’è quell’essere? Come fai a capirlo?» chiese Leodor.
«Cosa vi siete detti? Io ho capito solo “Ora… a…»
«Ascoltate, questo essere è semplicemente una balena, con il suo canto ha voluto comunicarmi che i suoi piccoli sono in pericolo. È un canto sofferente il suo. Le ho detto: “Ora verrò a salvarli.” È una lingua antichissima parlata nei fondali marini dalle creature che lo abitano.»
«Allora ci vedono?»
«Sì certo, loro sì, Oscar.»
«Mamma che paura! Immagina se ci fosse stato uno squalo!»
«Tranquillo Leodor, finché ci sono io anche gli squali più affamati non ti sfiorerebbero, neanche con un dente.»
«Spiritoso… Cosa intendi fare?»
«Andare a salvarli! Che domande Oscar!»
«E noi?» chiese Leodor.
«Prendiamoci per mano e voi chiudete gli occhi!»
In un lampo furono fuori dal tunnel.
«Presto ragazzi nuotiamo, seguiamo la balena.»
Inizialmente Oscar e Leodor rimasero immobili, senza parlare.
«Ehi! Potete muovervi e parlare e respirare soprattutto!»
Al contrario di come immaginavano non si erano trasformati in nessun essere marino, non avevano per nulla le sembianze di pesci, di stelle marine e quant’altro ma erano comunque lì, immersi nel fondale del mare.
«Dai forza raggiungetemi! Sapete nuotare, vero?»
Leodor e Oscar si guardarono. Oscar provò a parlare ma uscirono, dalla sua bocca, solo tantissime bollicine e non si capì nulla di tutto quello che voleva dire. Leodor iniziò a ridere ma anche dalla sua bocca, mentre rideva, fuoriuscirono tante bolle che resero ancora più divertente tutto quello che succedeva.
«Ehi voi due, ci sono dei balenotteri in pericolo, non è tempo di giochi acquatici!»
«Hai… glu glu …»
«Vedrai che riuscirai a parlare se ti impegni, non ci vuole nulla Oscar, dai ora raggiungetemi.»
«Ok… Baulgluinglu… glu… glu… glu…»
Oscar e Leodor finalmente raggiunsero Baulino.
«Allora ragazzi che ve ne pare?»
«Spettacolare ma non avevi detto che per respirare ci avresti trasformato in creature marine?»
«Hai visto? Hai parlato e senza bolle! Non vi ho trasformati semplicemente perché mi sono ricordato di un incantesimo che avrebbe potuto permettervi di restare umani ma allo stesso tempo di poter respirare come pesci. E tu Leodor? Cosa ne pensi?»
«Glù… ufglu… bglullissimglu!»
Scoppiarono tutti a ridere.
Nuotando nei fondali di Oniwa poterono scorgere tantissime e coloratissime bellezze fino ad allora sconosciute: molluschi e coralli, meduse e creature unicellulari che vivevano nelle viscere del mare, nel profondo degli abissi. Non solo squali e anemoni.
Nel frattempo Baulino si dedicava alla spiegazione di quegli esseri meravigliosi mai visti.
Giunti nel posto indicato dalla balena, Baulino non perse altro tempo e chiese aiuto a Oscar e Leodor per salvare i balenotteri.
La dolce balena, spaventata si avvicinò ai suoi cuccioli che erano stati catturati dalle reti di qualche essere umano a cui piaceva disturbare il mondo marino.
«Allora Oscar, con la tua spada potremmo tagliare la rete e tu Leodor, con il tuo scudo tieni lontana ogni minaccia.»
«A quali tipo di minacce ti riferisci?»
«Altre reti ad esempio…»
«Ok Baulino, sarà fatto!»
Oscar si avvicinò alla rete, cercava di tagliarla mentre Baulino cercava di tranquillizzare i cuccioli e la loro mamma. Intanto Leodor si guardava intorno.
Sembrava tutto tranquillo e finalmente i cuccioli poterono uscire da quella rete che li imprigionava.
Ma Baulino vide un povero cucciolotto ferito, trafitto da una lancia. Senza destare il minimo sospetto si avvicinò ad esso, estrasse la lancia e guarì la sua ferita, così anche lui poté ritornare a nuotare con la sua mamma.
L’enorme creatura marina si avvicinò a Baulino e “cantando” per ringraziarlo gli domandò se poteva ricambiare quanto lui aveva appena fatto insieme ai suoi amici.
«Ỳln! ę ōs ţą… ĥåtő divĩne[3].»
La Balena fluttuò intorno a Baulino poi lo fece balzare su di essa e con lui anche a Oscar e Leodor e, seguita dalla sua famiglia, finalmente riunita, li riportò al tunnel.
La balena era velocissima e regalò ai nostri amici uno spettacolo indimenticabile: con un balzo si sollevò dall’acqua e come un leggiadro uccellino volò ma solo per pochi centimetri su di essa, poi con tuffo ridiscese nelle profondità del mare.
Baulino la accarezzò in segno di ringraziamento per la spettacolare esibizione, Leodor e Oscar la abbracciarono per poi scendere dal suo dorso.
Così i nostri amici salutarono anche i cuccioli che si allontanavano, insieme alla loro mamma, con il loro fantastico canto.
«Che meravigliosa avventura, vero Leodor?»
«Anche spaventosa. Quel volo sull’acqua mi ha lasciato col fiato sospeso. Che esseri straordinari!»
«Cosa sarebbe successo a quei cucciolotti se non ci fossi stato tu? Ma come mai Hary non era lì a salvarli?»
«Le balene hanno bisogno, caro Oscar, di risalire a galla per respirare, durante la pesca potrebbero restare impigliate nelle reti e quindi rischiare di annegare. Hary sicuramente sarebbe
andata a salvarli ma la Balena, vedendomi, è venuta a chiedere il nostro aiuto, sapeva di potersi fidare.»
«È sbagliato allora pescare?»
«Diciamo che sarebbe meglio fare molta attenzione, non tutto deve necessariamente finire nelle pance dell’essere umano e comunque molte specie di esseri viventi dovrebbero essere protette e non uccise solo per far sentire grato e invincibile l’uomo.
Che ne dite se invece di ritornare nel tunnel continuassimo un po’ il viaggio nuotando? Potremmo incontrare esseri che sicuramente non avete mai visto e giocare con loro… così potrete capire cosa voglio dire; molti esseri marini sono rari e preziosi e la presenza dell’uomo non li disturba fino a quando, però, non sono questi ultimi a voler prendere il sopravvento sul loro habitat.»
«Sì! Sarebbe fantastico!» urlarono in coro, Leodor e Oscar.
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