Capitolo 1. Oscar
1° CAPITOLO
OSCAR
I fantastici mondi dell’isoletta di Lemuria
Sogni, desideri e un po’ di magia
In un posto sperduto, tra mare e montagna, sorgeva una deliziosa isoletta; l’isoletta di Lemuria, ormai da millenni e oltre dimenticata.
Un’isoletta che nessuno aveva mai più avuto il coraggio di visitare anche e solo per una semplice vacanza al mare, a causa di leggende che, nel corso della sua storia, avevano terrorizzato uomini e donne.
Qui ci abitava un bambino di nome Oscar con la sua famiglia e i suoi amici.
Fra tutti Karin e suo fratello Leodor erano i suoi amichetti preferiti.
Il piccolo Oscar passava la maggior parte del tempo con i suoi due amichetti e con la sua sorellina alla quale voleva un mondo di bene e dalla quale non si sarebbe staccato mai, Hea, una bambina di soli dodici anni ma la più grande del gruppetto.
Con questi condivideva sogni e desideri, giochi e passioni; andava alla ricerca di posti inesplorati.
“Sulla piccola isoletta d’inesplorato vi era ben poco ma la loro fantasia superava ogni limite”.
Il resto del suo tempo Oscar lo trascorreva insieme al papà e alla mamma e andava a scuola come tutti i bimbi.
Il più grande desiderio di Oscar era di visitare il mondo al di là di Lemuria. Ne parlava spesso con la sua amica Karin.
Una mattina, infatti, al rientro da scuola, Oscar le disse:
<<Io vorrei tanto viaggiare e conoscere altri mondi lontani da Lemuria, tu non ti sei mai chiesta chi o cosa ci troveresti?>>
Karin: <<Non ci ho mai pensato ma credo che sarebbe brutto viaggiare, scoprire e conoscere nuovi mondi, magari magici, incantati; però questa è la nostra casa e non sappiamo come fare per poter viaggiare al di là del nostro mondo>>.
I due amici da quel giorno sognarono spesso di intraprendere questi viaggi in luoghi pieni di meraviglie e decisero, così, di confidare il segreto anche a Leodor e Hea.
Leodor confessò di aver spesso sperato e sognato di viaggiare alla ricerca di mondi nuovi e magici.
Tutti insieme per lungo tempo pensarono a come fare per allontanarsi per un po’ dalla loro Lemuria.
Finalmente un’idea venne in mente a Hea:
<<Potremmo usare quella grande e forte barca, dimenticata nel piccolo porto di Lemuria; dovrebbe essere ancora in grado di trasportarci oltre questo mare che ci allontana da chissà quali posti meravigliosi. Ci sarebbe un unico problema; dovremmo ripararla e trovare qualcosa che possa somigliare a dei remi>>.
L’idea piacque molto a tutti e a ognuno di loro si diedero dei compiti da rispettare affinché la si potesse rendere nuovamente utile per affrontare questa avventura.
<<Allora! Ricerca di tronchi, corde e di un telone nuovo per la vela; provviste di cibo per il lungo viaggio e i remi; beh quelli… potremmo costruirli noi…>> subito esclamò Oscar.
I giorni trascorsero sereni e i quattro amici, pieni di entusiasmo, si dedicarono interamente alla ricostruzione di alcune parti di quella nave ormai dimenticata.
Ogni tanto giocavano tra loro e immaginavano i fantastici mondi che li avrebbero attesi.
Oscar e Leodor si divertivano anche a sfidarsi facendo gare di nuoto, arrampicandosi sugli alberi, correndo e duellando per tutta l’isola nella paura ma anche speranza di poter incontrare qualcuno da sfidare così da salvare il mondo in pericolo…
Hea e Karin, invece, si divertivano a immaginare posti e persone e inoltre collaboravano nella ricerca di cibo; diventarono amiche inseparabili.
Dopo quindici lunghi giorni finalmente tutto era pronto; diedero anche un nome a quella che ormai era diventata la loro personale nave; decisero di chiamarla KHOL, unendo le iniziali dei loro nomi. Tutto sembrava perfetto; l’unico problema era proprio quello di riuscire a scappare in silenzio.
Problema che venne subito percepito da chi da sempre si prendeva cura dei sogni di ragazzini intraprendenti e che, anche se non accadeva da tempo, pronti come al solito, si presentarono agli occhi di Hea ed Oscar…
Quella notte, infatti, nella loro stanzetta accadde qualcosa di veramente magico.
Un folletto e un elfo apparirono misteriosamente e una simpatica vocina rivelò la loro presenza:
<<Ciao piccoli amici io sono il folletto, anzi la follettina Rillith, lo so sembro strana ma dite la verità, non sono un essere incantevole?
Ho un corpo esile, una bella pelle chiara, orecchie un po’ a punta e occhi grandi e verdi come il bosco…
Sono chiacchierona e curiosissima, amo giocare ma sono anche molto sensibile, dono felicità e armonia, posso dare consigli ma per ottenere la mia bontà dovete trattarmi bene ed ascoltarmi, sono molto saggia.
Regalo fortuna, amo la natura, amo viaggiare e posso esaudire i desideri e i sogni di chi lo merita.
Ah! Quasi dimenticavo, io mangio soprattutto bacche ed erbe, amo giocare con gli animali e ballare notte e giorno.
La notte, proprio come ora, la mia pelle è rilucente.
Ora tocca al mio amico elfo. Dai su; presentati! Soprattutto spiega la nostra magica intenzione>>.
<<Rillith come al solito chiacchieri senza prender fiato eh? Dai tempo ai nostri amici di capire cosa sta succedendo>> esordì Baulino strizzando l’occhio a Hea e Oscar che, sbalorditi e in silenzio, ascoltavano il magico esserino parlante ma non credevano ai propri occhi.
Poi aggiunse:
<<Ciao Oscar. Ciao Hea. Io sono Baulino.
Sono un elfo, sembro molto simile a voi è vero ma sono molto alto, magro, forte e velocissimo e con le orecchie leggermente a punta. Ho una vista e un udito sviluppatissimi, la mia pelle è bronzea, non ho barba, come potete vedere; i miei capelli sono biondi e gli occhi molto chiari. Anche se qui al buio non si vede>>.
Oscar e Hea si guardarono per un istante straniti; Baulino si zittì diede loro il tempo di prender fiato e capire cosa stesse accadendo. Dopo qualche minuto riprese a parlare:
<<Piccoli miei tutto ciò può sembrare strano lo so, forse per voi potrebbe essere interpretato come un sogno io, infatti, posso conoscere tutti i pensieri delle persone e dei bambini; anche se loro non parlano e ora scommetto che vi state domandando cosa mai ci facciamo qui. Giusto?>>.
Oscar e Hea in coro: <<Che cosa fate qui? Voi non esistete! Noi non abbiamo desideri, domani ci spetterà una lunga giornata di studio. Buona notte!>>.
E sbalorditi si risistemarono nel loro lettino e chiusero gli occhi…
Rillith e Baulino: <<Ma dai piccoli amici sappiamo del vostro desiderio, della barca e del problema dei vostri genitori, possiamo e vogliamo aiutarvi>>.
Di scatto, anche se ancora increduli, si alzarono dal letto e iniziarono a raccontare ma, Rillith e Baulino, li bloccarono; sapevano già tutto e proposero la loro soluzione.
<<Noi fermeremo il tempo sulla vostra isola; in questo modo i vostri genitori non scopriranno mai nulla, poi al vostro ritorno loro ancora dormiranno quindi voi dovrete ritornare subito nel vostro lettino>>.
Baulino aggiunse con la sua voce chiara e splendida.
<<Prima di partire vorrei dirvi qualcosa di molto importante.
Io ho un grande rispetto per la natura; posso donare oggetti magici a chi è puro di cuore e spirito e conosco la magia.
Abito sugli alberi e cammino senza lasciare tracce.
A voi donerò oggetti magici per il lungo viaggio durante il quale vi accompagneremo ma senza farci vedere da nessuno; solo in caso di pericolo usciremo allo scoperto.
Ecco a te Oscar una chiave incantata, per aprire i mondi magici ed ecco a te Hea un anello fatato per chiudere le porte dei mondi passati e già visitati, inoltre, la chiave ti potrà servire per sfidare eventuali pericoli e l’anello, Hea, lo potrai usare anche per aiutare Oscar nelle sue avventure>>.
Oscar e Hea credevano ancora una volta di sognare e, alla visione di quegli oggetti favolosi e così luccicanti, spalancarono le loro bocche e con enorme entusiasmo esclamarono:
<<Wow!>>.
Ancora una volta credettero che fosse tutto finto e si stropicciarono i loro occhi increduli. Tutto questo stava succedendo proprio a loro? A due piccoli abitanti qualunque di una piccolissima isoletta sperduta in mezzo ad un immenso e profondo mare che non lasciava la possibilità a nessuno se non alla fantasia di credere che potesse esistere altro oltre Lemuria?
“Eh si accadeva proprio a loro… a due ragazzini che tanto avevano sognato e sperato di poter vivere magnifiche avventure…”.
Rillith con la sua voce soave e con il suo modo giocoso di aiutare a credere disse:
<<Forza amici non pensiate che sia un gioco; questo è il nostro compito è tutto reale potete anche abbracciarci ed essere più ospitali>>.
A questo punto Oscar e Hea si entusiasmarono tanto da non poter fare a meno di ridere per l’emozione perché finalmente l’avventura poteva avere inizio e tutto quello che sembrava irrisolvibile e irraggiungibile ora, per magia, non lo era più e non vedevano l’ora di andare da Leodor e Karin.
Si vestirono velocemente per raggiungere i loro amici…
Anche loro erano svegli perché ansiosi di partire.
Oscar iniziò a parlare velocemente:
<<Baulino e Rillith fermeranno il tempo, noi fuggiremo in silenzio, la zattera non ci serve più; sanno loro, sanno loro; forza andiamo…!>>.
Ovviamente i due non capirono e fecero una miriade di domande:
<< Chi? Cosa? Rillith? Baulino? Che cosa stai farfugliando, non vediamo nessuno>>.
Oscar si calmò, si girò intorno e PAF!
Erano spariti; Baulino e Rillith non c’erano più.
Si fecero prendere dallo sconforto, si sedettero a terra e iniziarono a piangere:
<<Lo sapevamo>>, iniziò singhiozzando Hea: <<Era solo un sogno>>.
<<Un elfo? Un folletto?>>.
Continuò dispiaciuto Oscar.
<<Volevano aiutarci a visitare mondi nuovi e nessuno se ne sarebbe accorto; non sarebbe stato neanche faticoso, invece di KHOL una chiave e un anello magici ci avrebbero aiutato ad aprire e chiudere mondi nuovi. Mondi nascosti sotto la nostra isola. Mondi infondo al mare, ai fiumi>>.
Leodor e la piccola Karin cercarono di confortarli:
<<Dai su non fate così partiamo con la nostra KHOL.
Forse la stanchezza di questi giorni e l’impazienza di partire vi ha confuso le idee e avete sognato un modo semplice per risolvere il “problema” genitori; ma loro al nostro ritorno capiranno e forse ci perdoneranno>>.
La follettina e l’elfetto videro lo sconforto dei due fratellini e la sincerità d’animo di Karin e Leodor e, magicamente, riapparvero sotto gli occhi sbalorditi di Leodor e Karin.
Si scusarono con Oscar e Hea per essere all’improvviso spariti e spiegarono loro che era contro la loro natura mostrarsi a più umani se non erano loro a volerlo e soprattutto se di questi ancora non conoscevano nulla.
Rillith aggiunse:
<<Non abbiamo mai avuto modo di osservare Leodor e Karin prima di oggi>>.
Ogni bambino ha un folletto ed elfo che, in coppia, sono destinati a seguirli durante l’adolescenza, il folletto e l’elfo di Karin e Leodor sono impegnati in un alto regno e in questo momento lottano con tutta la loro bontà per salvarlo da un imminente disastro causato dalla inefficienza degli uomini e non possono assolutamente venire qui, piccoli miei, a esaudire anche il vostro desiderio ma, dato che abbiamo osservato la vostra bontà d’animo, abbiamo deciso di prenderci cura noi anche del vostro sogno, il quale, essendo lo stesso di Hea ed Oscar, sarà facile da gestire>>.
I quattro amici ascoltavano la piccola e deliziosa Rillith con i loro occhioni pieni di entusiasmo.
Iniziò così l’avventura dei “nostri quattro amici”.
Oscar con la sua chiave magica che avrebbe aperto mondi sconosciuti e lo avrebbe fatto lottare valorosamente, Hea con il suo anello fatato, Leodor come un valoroso cavaliere afferrò il suo scudo guerriero che si sarebbe attivato per proteggerli tutti e la piccola Karin indossò la sua incantata collanina per far apparire, al momento più opportuno, musica e cibo; ma anche vestitini nuovi o animali da compagnia per il lungo viaggio; dai cavalli alati agli orsacchiotti.
Prima che si facesse mattina i quattro amici ritornarono nei loro lettini e nel frattempo Rillith e Baulino si affrettarono a fermare il tempo sulla piccola isoletta.
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