Benedetto Antelami
Benedetto Antelami
Attivo a Parma e nell’Italia settentrionale fra 1178 e 1230
Enigmi e ipotesi controverse circondano ancora la fisionomia culturale e il percorso artistico di Benedetto Antelami, grande maestro attivo a Parma
e a Borgo San Donnino (Fidenza).
Innanzitutto si discute sulla sua origine. Antelamus (o Intelvi) è un toponimo medievale che indica una vallata vicino al lago di Como, da cui proverrebbe una corporazione di maestri murari migrata in Liguria sulla metà del XII secolo.
Se a Genova si sono succedute dal 1157 diverse generazioni di magistri Antelami, nessun in-
dizio può tuttavia far affermare che Benedetto venga dalla Liguria. Incertezza anche sul suo ruolo di architetto oltreché di scultore, giacché Benedetto si firma solo sculptor nella Deposizione di Parma.
Dopo recenti restauri al battistero risulta invece convincente la paternità del progetto architettonico e dei molti rilievi all’interno e all’esterno del monumento.
Le opere
Quasi certamente parte di un pulpito da cui si leggevano i vangeli, la Deposizione è fra le opere più importanti del XII secolo, sia per la tecnica raffinata, sia per l’equilibrio raggiunto fra messaggio spirituale e narrazione drammatica.
L’intera lastra, lunga 230 cm, mostra simultaneità di eventi legati alla Passione: a sinistra del Cristo, Maria, affiancata dalle pie donne, accosta alla guangia la mano del figlio, a destra, alcuni soldati giocano a dadi e altri tengono la tunica di Cristo, mentre Nicodemo sulla scala toglie un chiodo dalla croce.
Se l’influenza dello stile provenzale pare accertata in alcuni dettagli, la Deposizione resta nell’insieme un capolavoro senza precedenti, anche perchè ricca come mai prima di allora di iscrizioni didascaliche che contribuiscono a rendere profondo e verosimile lo spazio narrativo.
Gennaio (sopra), simboleggiato dal mitico Giano bifronte seduto su uno scranno, e Settembre (sotto), con il contadino che vendemmia e la personificazione della Bilancia, fanno parte del celebre ciclo dei Mesi, delle Stagioni e dello Zodiaco, in origine situati in alto, all’imposta della cupola, all’interno del battistero di Parma.
Le sculture formavano un ciclo di sedici rilievi corrispondenti ai sedici settori in cui è divisa la struttura interna dell’edificio.
L’intera decorazione plastica pare ispirata a un unitario , preciso programma iconografico; partendo dai rilievi esterni sulle lunette dei tre portali, che alludono all’arduo percorso della vita umana, si prosegue all’interno con rilievi e sculture che offrono un messaggio rassicurante: pericoli e difficoltà possono essere sconfitti, se col battesimo ci si purifica dalla colpa del peccato originale. In questo contesto le affascinanti sculture dei Mesi e delle Stagioni , per la prima volta nella storia dell’arte medievale raffigurati in modo tanto complesso e appariscente, si riferiscono al lavoro dell’uomo, che con dura fatica si riscatta dalla maledizione biblica.
L’armonioso legame tra scultura e architettura nel battistero di Parma, il cui progetto è avviato da Antelami verso il 1196, viene spesso paragonato a quello sperimentato negli stessi anni in alcuni monumenti romanici della Provenza, regione che l’artista potrebbe aver visitato.
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