Amore fisico e amor cortese
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Amore fisico e amor cortese
Il movimento trobadorico fonda la propria identità su un nucleo di valori racchiusi nel concetto di fin’amor o amor cortese.
Attraverso il rispetto delle regole imposte dal fin’amor, il poeta-amante raggiungerà un grado di perfezione morale via via crescente, e sarà così stimabile agli occhi della dama a cui si rivolge e degli altri membri della corte.
La Dottrina di Amore dei Provenzali, che regola i rapporti tra la signora e l’amante, rispecchia l’universo sociale feudale in cui il poeta vive. Il poeta le promette fedeltà e, attraverso la presentazione dell’omaggio, si fa vassallo di una dama sposata, che è per lui socialmente irraggiungibile in quanto moglie di un nobile presso la cui corte il poeta è accolto
Della signora egli loderà le virtù e le doti, ma terrà nascosto il nome per preservarla dalle ire del marito e dei maldicenti. Per designarla nella sua poesia userà un nome convenzionale, il senhal, che ne richiama una qualità.
Questo desiderio è destinato a rimanere irrealizzato perché se il poeta raggiungesse il piacere amoroso, annullerebbe il desiderio stesso, quindi l’ispirazione poetica con esso.
La crescita del trovatore è possibile grazie all’esplorazione e all’analisi delle proprie sofferenze d’amore.
Il piacere sessuale è dunque fals’amor , amore fallace: chi vi indulge è un amatore di basso rango, che ha scelto una dama di poca virtù, che non potrà migliorarlo.
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