Pietro Otello Romano

Nota biografica

Nato e cresciuto artisticamente a Roma. I primi ricordi della mia infanzia sono legati all’immagine di mio padre che dipingeva a olio, in particolare, al magico inganno di ricreare le tre dimensioni del reale sul piano bidimensionale di una tela.
Una esperienza in grado di generare in me, attraverso processi imitativi, la volontà di comunicare attraverso immagini ancor prima che con la parola scritta.

Un altro fondamentale fattore che ha caratterizzato la mia formazione è stata la passione per i libri e la capacità di creare storie.
Fattori che hanno indirizzato i miei interessi artistici verso scuole di pittura figurativa altamente descrittive ma anche e soprattutto forme di pop-art come gli illustratori più innovativi degli anni ’70 e ’80, e il magico mondo dei fumetti e del disegno animato.

Al conseguimento del diploma artistico ho lavorato ininterrottamente per dodici anni nel campo della grafica pubblicitaria e della prestampa.
Campi che hanno affinato nel tempo la mia percezione dello spazio nell’equilibrio degli elementi al suo interno.

Determinato a seguire la mia tendenza artistica, nel 2000 ho lasciato la grafica pubblicitaria, e mi sono trasferito a Londra, dove tuttora vivo e lavoro, alternando il lavoro di illustratore, con la mia dedizione per la pittura artistica.

Malgrado non ami le etichette il mio stile artistico può ricondursi all’interno della corrente del Pop Surrealism (Lowbrow). Un movimento culturale delle arti visive  sorto a Los Angeles sul finire degli anni ’70 che ha le sue radici culturali nel fumetto underground nella musica punk rock e nelle culture hot rod  e di strada.

Il progetto Bin City nasce infatti da un vero e proprio fumetto, purtroppo mai venuto alla luce, che denuncia in maniera torbida e comica i vizi e le virtù dell’animo umano e ne usa le caratteristiche espressive per celebrare momenti raccontare storie o denunciare vizi e virtù della nostra società attraverso il filtro emotive della tela e dei colori.

Cherubin City è la città del vizio e Bin City, che in inglese suona circa come “città pattumiera”, il nome con cui è comunemente chiamata dai suoi abitanti. Rose, Jerry, Walt e Donald sono quattro amici che da un tranquillo villaggio di campagna si trasferiscono nella grande città per inseguire i propri sogni.

Presto i sogni si infrangono sul duro muro della realtà e le loro strade si dividono. Dieci anni dopo due di loro si ritrovano proprio di fronte al cadavere di Rose. E’ l’inizio di una storia malata che tra presente e continui flash back nel passato ci condurrà, attraverso un mondo saturo di droga, corruzione e prostituzione, all’assassino e alla triste rivelazione finale.

Elenco delle opere di Pietro Otello Romano in questo blog:


The Good, the Ugly and the Bad
The Good, the Ugly and the Bad Il buono, il brutto e il cattivo Acrilici su tela, 100×50 di Pietro Otello
Love me to Death
Love me to Death Amami fino alla morte Acrilici su tela, 50x50 “Love me to Death”, che si contrappone concettualmente a “Breackfast at Tiffany”, è un lavoro eseguito qualche anno fa per lo stesso progetto sulla violenza alle donne e i pericoli
Breakfast at Tiffany
Breakfast at Tiffany Colazione da Tiffany Acrilici su tela, 75x50 Il terzo lavoro aggiunto al progetto Bin City è anch’esso dedicato ad un altro classico della commedia rosa cinematografica. In una realtà composta da una gamma infinita di toni
The seven year itch
The seven year itch Quando la moglie è in vacanza Acrilici su tela, 70×50 Secondo nuovo lavoro  sul progetto Bin City. Un opera più leggera dedicata all’omonimo classico della commedia americana di Billy Wilder e un omaggio alla grazia e alla
Dead End
Dead End Senza uscita Acrilici su tela, 75x50 Primo di una serie di tre nuovi lavori da aggiungere al progetto Bin City. Ispirato a recenti pubblicità che professano la libertà di comunicazione attraverso internet e le telefonie mobili punta

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Pietro Otello Romano

Gennaio 7, 2017

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