LO SPIRITUALE NELL’ARTE
L’arte è sempre stata per me una occasione di meditazione. Mi ha portato ad esplorare con chiarezza e celebrazione i nessi interiori, portando in luce i messaggi del subconscio. Mi ha insegnato la via alchemica della trasformazione energetica verso l’armonia e il risveglio. Ha evidenziato la natura profonda del fenomeno creativo e soprattutto della Presenza creatrice.
Nello stesso tempo, la pratica della meditazione mi ha aiutato grandemente nell’operare artistico. Mi ha insegnato dove guardare e che cosa cercare, superando le pretese, le finzioni e i blocchi dell’esercizio egocentrico dell’arte.
La meditazione mi ha insegnato a lasciarmi assorbire con fiducia nel mistero, e questo è meraviglioso nel viaggio sui percorsi viventi dell’arte poiché non si crea verità con le mani del piccolo io. Inoltre la meditazione mi ha insegnato ad assaporare il silenzio, e l’innamoramento consapevole del silenzio è la Sorgente dell’arte, di ogni creazione poetica benedetta dall’intuizione.
In meditazione, riconosco nell’accadere artistico dei significati inattesi e profondi, immergendomi sempre più, con gratitudine, in ciò che non può essere spiegato. Quando l’arte segue la luce dell’occhio che contempla, è dono e rivelazione.
Ti rapisce portandoti anni luce più avanti della misura del tuo passo, aprendo la soglia dell’Eternità nel non-tempo della creazione. Ti sussurra ogni segreto e compie ogni magia nell’innocenza. Saggia l’artista come oro nel crogiolo affinché risalti lo splendore. Quando si dispiega il sorriso dell’Artista Interiore, i diecimila mondi sono illuminati.
Siamo condizionati a pensare di essere confinati in una realtà materiale che in molti modi affligge la nostra vita, dove possiamo trovare del piacere momentaneo ma non la pace, l’amore incondizionato e la libertà, virtù superiori che neghiamo cinicamente oppure deleghiamo ad una esistenza superiore e spiritualizzata, in un Paradiso che trascende l’incarnazione.
Fornendo dei modelli a cui dovremmo tendere, le religioni insegnano la sopportazione e una predefinita condotta morale per meritarci un illusorio premio futuro di consolazione paradisiaca. Per questo, in passato, l’arte sacra si è applicata a produrre le forme esemplari della religiosità, venendo intesa come evento sostanzialmente rappresentativo.
Questo si è verificato particolarmente in Occidente, mentre l’Oriente ha mostrato più profonde comprensioni meditative del processo spirituale dell’arte; basta guardare alla calligrafia dell’estremo-oriente, così devota al potere energetico del segno, per averne un illuminante riscontro.
Gli artisti moderni hanno ribaltato la prospettiva della visione, avvicinandosi alle comprensioni orientali. Infatti essi hanno giustamente individuato la spiritualità come virtù insita nel fenomeno stesso della creazione artistica.
Con tale comprensione, si intende che l’arte non diviene affatto spirituale quando si occupa di rappresentare i temi religiosi, bensì si esprime spiritualmente nel processo creativo che è atto a realizzare un’armonia superiore, allineata alle alte frequenze dell’ispirazione.
Perciò più del soggetto rappresentato è significativa la vita interiore, l’energia vitale, che l’artista è in grado di suscitare tramite il suo operare. E chiaramente l’energia si esprime con le forme e le qualità appropriate all’impulso “esserico” con cui crea la vita, nella Natura come in un quadro o in una materia scolpita.
Vivere intensamente e comprendere i misteri di tale trasmissione energetica è un atto poetico che libera la consapevolezza dall’illusione della costrizione materialistica e temporale.
Meditare profondamente su questo, su come l’arte possa essere una fonte di rivelazione e di affinamento interiore, culmina la rivoluzione dello Spirituale nell’arte annunciato profeticamente da Kandinsky e dai grandi autori del Novecento.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.