Il libro lavanda
E’ uno strano libro quello che Andrea tiene fra le mani mentre se ne sta seduto sul divano del salotto con vetrata a vista sulla città. Ha la copertina morbida color lavanda, un colore così simile al fiore da farti venire voglia di annusarlo per sentire se non profumi davvero.
Come tutti gli altri, anche lui in libreria prima di acquistarlo se l’era portato al naso e aveva inspirato chiudendo gli occhi e, come gli altri ne era rimasto deluso, aveva sì un buon profumo, ma quello della carta, proprio come tutti i libri del mondo.
Dopo averlo annusato si era guardato subito intorno con un certo imbarazzo per assicurarsi che nessuno l’avesse notato, e… invece sì, c’era una donna anziana poco distante che lo fissava con gli occhietti impertinenti dei vecchi e dei bambini.
Sulle prime Andrea era stato tentato di posarlo e voltarsi fingendo di non averla vista, poi però la delusione di quell’odore e quello sguardo canzonatorio lo avevano così irritato che gli era venuto spontaneo prendersi una piccola vendetta.
Avvicinato ancora il libro al naso aveva inspirato di nuovo a lungo, stavolta però con l’espressione beata di chi è pervaso dal profumo più buono del mondo, poi se l’era infilato sotto il braccio e si era avviato alla cassa non perdendo però mai di vista la vecchina.
Rimasta sola, l’aveva vista subito caracollare fino allo scaffale dei libri color lavanda, mettersi in punta di piedi e allungarsi così tanto da rischiare di slogarsi il braccio. Annaspando con la punta delle dita, l’aveva sfilato e se l’era lasciato cadere fra le braccia tutta soddisfatta. L’impresa era riuscita, adesso era pronta per la ricompensa: il piacere di un buon profumo di lavanda.
Col sorriso sulle labbra dei vincitori Andrea la vide avvicinarsi il libro al naso e inspirare forte, poi la vide guardarlo sorpresa, quindi annusare ancora e ancora, rigirarselo fra le mani, tornare a fare piccole tirate di naso fra le pagine, sulla costa, e ancora e ancora.
Quel rumore continuo e ripetuto aveva richiamato l’attenzione di commessi e clienti che, perplessi e sconcertati, la guardavano con compassione.
Non appena la vecchina si accorse di tutti quegli sguardi puntati su di lei era rimasta un attimo senza sapere che fare, poi come fingendo che nulla fosse successo lo aveva poggiato su un piano e si era diretta verso l’uscita.
Andrea nel frattempo, ancora in coda alla cassa non riusciva a trattenere le risa, ce l’aveva ancora stampata sul viso la faccia divertita quando la vecchina gli disse passandogli accanto: “Divertente vero?” poi se n’era andata lasciandolo in fila come un cretino.
Adesso sta seduto con vista sulla città sul divano che ripensa con un poco di rimorso alla sua vendetta, sorridendo apre il libro e legge il titolo: “Scherzo d’autore sconosciuto”.
Che significa? si domanda mentre continua a sfogliare pagine e pagine bianche. Una, due, dieci, cento, tutte di un bel bianco avorio e di buona qualità anche, ma nulla più.
“Cavolo!” sbraita indignato “L’ho pagato ben sette euro e cinquanta! Sette euro e cinquanta per delle stupide pagine bianche?”
Deciso a riportarlo indietro si alza di scatto, ma in quel preciso momento vede cadere una bustina dal libro, minuscola, trasparente, contiene un mazzetto di fiori di lavanda essiccati e un foglietto all’interno, Andrea lo apre e legge: “Eccoti accontentato, non era forse questo che cercavi? Annusa, sentirai che buon profumo!”
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