Una ciclista di fattoria
Una ciclista di fattoria
Beh, che guardate? Non avete mmmai visto una mmmucca in bicicletta? Allora di sicuro non siete di queste parti perché qui tutti mi conoscono, piacere, sono la Gigia, la mmmitica Gigia!
Perché ancora quelle facce stupite? Ah, vi starete chiedendo come mai ho la passione per la bici, veramente questa storia l’ho già ripetuta un sacco di volte qui alla fattoria e poi adesso vado un po’ di fretta… mmma va bene, la dirò anche a voi, però prestate bene attenzione perché poi ho un appuntamento importante, non posso fermarmi a spiegarvela.
Vediamo, cominciamo per benino dall’inizio.
Serafino, il mmmio fattore, sulla sua bicicletta ci porta da sempre e soltanto quella racchia di Mmmarietta, la fa sedere sulla canna e poi stretti stretti se ne vanno insieme, un colpo di pedale e via come il vento.
Non è che fossi invidiosa… mmma anche a mmme sarebbe piaciuto andare su quella bici, se non altro per fare qualcosa di diverso invece di passare tutto il giorno a ruminare!
All’inizio, per fargli capire di voler andare con lui, gli correvo incontro ogni volta che saliva in bici, mmmma niente, mi salutava con la mmmano e via, di corsa a casa di Mmmarietta.
Dopo giorni e giorni di delusioni capii che se non mmmi fossi organizzata da sola, su quella bicicletta non ci sarei mmmai mmmontata, dovevo prendere subito il toro per le corna e… che corna, amici miei carissimi! Mmma non divaghiamo, questa parte della storia viene dopo, è mmmeglio non anticipare nulla per non fare confusione.
Insomma, una bella mmmattina di settembre Serafino parte col trattore per la vigna e io, quatta quatta, salgo in sella e via!
Beh, lo confesso, non è andata proprio così, c’è voluta tanta buona volontà, ore e ore d’allenamento, mmmolta pazienza e altrettanti capitomboli, però alla fine ce l’ho fatta, vedete? Ecco qua, da allora è iniziata la mmmia passione per la bici! Adesso che vi ho tolto la curiosità, vi saluto, arrivederci, adesso devo proprio andare, ciao!
Ehi, perché quelle faccine deluse? Come? Volete che vi racconti anche del toro dalle belle corna? E va bene, ho promesso che l’avrei fatto e lo farò, Gigia mmmantiene sempre la parola data!
Insomma, a sera fatta di quel famoso giorno di settembre ero finalmente riuscita a trovare l’equilibrio sui pedali quando Mmmarietta disse rivolta a Serafino: “Sbaglio o quella in sella alla tua bici è una mucca?”
“No, non sbagli, perché glielo domandi?” pensai io accelerando sui pedali “Che c’è di strano? Guarda come sono brava!” Mmmi aspettavo già un applauso da parte di Serafino invece quello andò su tutte le furie e cominciò a urlare come un pazzo: “Scendi subito o ti farai male, forza, scendi! Possibile che non puoi mai startene tranquilla come gli altri animali?”
“Come gli altri animali, a mmme?” pensai io mmmortificata “Dopo tutti questi anni di convivenza, di latte e d’amore, mmmi dici che sono… come tutti gli altri animali? Vigliacco, carogna! Io sono la Gigia, la tua mmmucca Gigia!”
Con le lacrime agli occhi scappai via sulla bici correndo all’impazzata verso il bosco, le lacrime agli occhi, il fumo al naso e le zampe che fremevano sul mmmanubrio. All’improvviso però uno stupido riccio mmmi attraversò la strada, per non investirlo fui costretta a scartare verso la scarpata e ruzzolai fermandomi dopo un bel pezzo addosso a una quercia. Che ridete? Avrei potuto ammazzarmi! Invece per fortuna mmmi ritrovai solo un po’ sbucciata qua e là, fra l’albero e la bicicletta mmmezzo sgangherata.
Triste e amareggiata più nel cuore che nelle ossa per le parole crudeli di Serafino, mmmi dissi che non sarei più tornata alla sua fattoria. “Se lo compri il latte se lo vuole” pensai “Il mmmio non glielo do più!” Stavo ancora sdraiata sull’erba quando dal fondo del bosco vidi venirmi incontro un bel toro.
“Ti sei ferita?” mmmi chiese tutto preoccupato “Posso aiutarti?”
Fu un colpo di fulmine: appena guardai i suoi grandi occhi neri sparirono tutti i dolori, quelli del cuore e anche gli altri.
“Chi sei?” gli domandai io con aria sognante.
“Gedeone” rispose lui liberandomi dalla bicicletta con le sue corna forti e gagliarde.
“Gedeone…” ripetei in estasi.
“Su, aiutami a rimetterti in piedi, dai, appoggiati a mmme, ce la fai?”
“Gedeone…”
“Sì, Gedeone” fece lui un po’ spazientito “Su, alzati, forza! E tu, come ti chiami?
“Gedeone…”
Lui mmmi guardò sorpreso, forse avrà pensato che avessi preso una botta in testa, chissà?
“Gigia, mmmi chiamo, Gigia” risposi cercando di ritornare in me.
“Vieni Gigia, andiamo, ti riaccompagno io alla fattoria, è lontana?”
“Lontana… sì… no! Sta a poche centinaia di mmmetri, è quella di Serafino”
“Ah, so qual è, io sto in quella di Egidio, il padre di Mmmarietta, la fidanzata di…”
“Sì, la conosco Mmmarietta, la conosco bene!” Non feci nemmeno in tempo a finire la frase che ecco Serafino venirci incontro urlando: “Dove sta la mia bicicletta? Disgraziata! Dove l’hai lasciata?”
Innervosito da quei mmmodi sgarbati, Gedeone gli assestò una cornata sulla spalla.
“Ehi!” urlò allora lui “Che vi siete impazziti tutti oggi?” poi vedendo la sua bici mmmezzo distrutta corse a prenderla.
“Guarda qua!” urlò ancora come un ossesso “Il manubrio è tutto storto e il pedale si è rotto, guarda! Guai a te se ti azzardi a rimontarci sopra, te le taglio quelle zampe se ci riprovi!”
Gedeone a quelle mmminacce divenne una furia, si girò di scatto e gli corse incontro col fumo al naso a corna basse, a quella reazione Serafino prese a tremare come una foglia, mmmontò sulla bicicletta pure se era tutta storta e fuggì nel bosco.
“Vedrai che non si azzarderà più a mmmaltrattarti” mi sussurrò poi Gedeone tornando indietro “D’ora in poi ci sarò io a difenderti, non temere”.
Che emozione, signori mmmiei, che gioia!
Arrivati così stretti, stretti alla fattoria, trovammo Mmmarietta ancora là che aspettava tutta preoccupata Serafino per uscire insieme.
“Mmmi sa che aspetterai un bel pezzo” pensai io “Con quella bicicletta fuori uso ci mmmetterà un secolo sulla stradina, così impari a non impicciarti tu, la prossima volta!”.
Strano però, d’un tratto mmmi accorsi di non provare più antipatia per lei, a vederla là tutta sola mmmentre io passeggiavo stretta al mmmio mmmoroso, mmmi faceva anche un po’ pena.
Ne è passato di tempo da allora! Adesso sono felice, quella famosa bicicletta ora è mmmia, vedete? Serafino mmme l’ha regalata così non corre il rischio che gli rovini anche quella nuova, mmmeglio, questa la porto a occhi chiusi, due pedalate e via!
Scusate signori, mmma adesso devo proprio scappare, il mmmio Gedeone mmmi sta aspettando e non posso fare tardi.
Arrivederci, mmmuuuuuuu!
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