La band degli Sgallettati
La band degli Sgallettati
Vi ricordate della mucca Gigia?
Quella che ha le ali nascoste sotto il pelo della schiena e di notte, di nascosto di tutti, vola?
Ma sì, dai, la Gigia!
Quella che Leopoldo comprò al mercato anche se non aveva bisogno di un’altra mucca!
Va bene, chi la ricorderà meglio per lui, gli altri o se ne facciano una ragione o si vadano a leggere la storia.
Da quando Gigia era arrivata in quella fattoria le cose avevano preso a funzionare meglio, non che lei facesse nulla di speciale, ma era talmente allegra che tutti gli altri animali ne erano contagiati.
Le ultime ad andarle appresso però furono le gallinelle, forse perché quelle poverette, oltre a beccare e girare il collo di qua e di là non sapevano fare.
Un giorno Gigia si fermò a guardarle e si accorse che beccavano svogliate, quasi per noia, se ne chiese il motivo e da allora cominciò ad osservarle tutti i giorni: mangiucchiavano e deponevano uova, come se la loro triste vita fosse già stata scritta.
Nel vederle le ricordarono quei fogli appallottolati tirati in modo svogliato accanto al cestino della cartastraccia, questo pensiero la rattristò così tanto da farla piangere e diminuire persino la sua quantità di latte che di solito invece era molto abbondante.
Gigia, però, che si era sempre ripromessa di non consentire mai a qualcuno di rabbuiare neppure un secondo della propria vita, decise di prendere in mano la situazione e agì.
“Buongiorno gallinelle!” le salutò una mattina di fine marzo “Che fate di bello?”
“Niente, becchiamo e coviamo come sempre” rispose mogia una per tutte.
“E vi sembra niente? Mangiate del buon grano, razzolate libere, svolazzate qua e là, insomma, che vi manca?”
“Niente ci manca. Abbiamo tutto. Solo che ci annoiamo perché quando ci svegliamo al mattino, già sappiamo come sarà la nostra giornata. Sempre uguale, senza mai un imprevisto, un diversivo.”
“Fate qualcosa per cambiare, allora!”
“E che si può fare? Non c’è nient’altro da fare qui alla fattoria di Leopoldo.”
“Ah, sciocche gallinelle, basta un poco di buona volontà! Pensate a qualcosa che vi piacerebbe fare e se sarà possibile, vi darò una zampa anch’io a realizzare il vostro desiderio.”
Lasciandole tutte a becco aperto Gigia s’incamminò verso il recinto a fare due chiacchiere con le altre sue amiche della fattoria.
“Che potremmo fare per divertirci un po’?” le sentì chiedere l’un l’altra senza entusiasmo
ma, proprio mentre le osservava, vide passare Giosuè, il galletto più canterino dell’aia. Lui non cantava come tutti gli altri galli solo alle prime luci dell’alba, si divertiva a farlo anche durante il giorno e spesso ripetendo a memoria le melodie che sentiva alla radio di Leopoldo.
Guardandolo, Gigia si accorse che al suo passaggio le gallinelle sgambettavano beccando a ritmo di musica. “Ho trovato!” si disse allora “Ora so come farle felici!”
Con quattro salti tornò da loro e propose “Vi andrebbe imparare a ballare?”
“Oh! Ma che dici?!” risposero tutte imbarazzate “Noi, ballare? Noooo!”
“E perché?” chiese Gigia “Non c’è da vergognarsi, avanti, coraggio!”
Le gallinelle, pur se tutte rosse per la timidezza, al solo pensiero di ballare avevano già le zampe che fremevano, Gigia lo notò e, sempre più convinta di aver colto nel segno corse da Giosuè.
“Ciao, ti andrebbe di cantare un po’ per noi? Vorremmo preparare un ballo per fare una festa qui sull’aia, però ci servirebbe un cantante bravo, proprio come te!”
A quell’elogio, Giosuè, toccato sul vivo non poté certo tirarsi indietro, accettò e scelsero insieme un motivetto semplice, poi Gigia mostrò alle galline i passi di danza da fare che impararono in sole tre settimane di prove, a metà aprile lo spettacolino fu bell’e pronto.
Era il 21 di aprile quando andò in scena, il primo giorno di primavera, e quella sera tutti gli animali della fattoria furono chiamati a partecipare come spettatori al concerto de “Gli Sgallettati”, persino Leopoldo se lo godé dalla mansarda, seduto sulla sua sedia a dondolo con la pipa in bocca e il solito sorriso sulle labbra.
Il giorno seguente, ci fu un tamtam nel bosco, tutti gli animali ne parlarono e tornarono a gruppi a chiedere agli Sgallettati di ripetere lo spettacolo nelle proprie fattorie, finché non divennero una band famosa in tutta la campagna.
Da allora le galline hanno molto da fare oltre beccare e deporre uova e vivono felici e contente. Parola di Gigia!
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