Vespina Fortuna
Biografia raccontata
E se il mondo fosse una fiaba? Mi sono chiesta qualche anno fa per proteggere il più piccoli dal dolore del mondo. E anch’io mi ci sono rifugiata in quelle fiabe.
Follia? Paura della realtà? Non credo. Forse piuttosto desiderio di ritagliarmi un posticino dove vivere anche nel lato positivo del mondo.
Sì, dev’essere proprio così perché nelle mie fiabe c’è sempre anche l’altra faccia della medaglia, quella che non mi piace e che vorrei cancellare con un colpo di spugna.
Così ne “Il Principe di Udjania” primo romanzo del 2009 edito da L’Oleandro Arga, racconto del figlio del re di Bellozio, un luogo terribile fatto d’inedia e grettezza, che si rifugia a casa del Mago Telorius.
E nel 2011 affronto il tema della diversità e mi invento “La leggenda dei Plunolingi” edito da Fefè Editore, il popolo che per sopravvivere all’attacco dell’invasore si rifugia nel sottosuolo bretone dal quale non potrà più uscire se non brevi momenti e sotto mentite spoglie.
Sempre per parlare di questo tema nel 2012 pubblico ancora con Fefè Editre “Quatruo corpuli et quatruo capulei” scritto interamente in lingua metaseantica, una sorta di grammelot di mia invenzione che chiamo selenico. Guardatevi il video, se ne avete voglia, su youtube, interpretato da Giorgio Colangeli.
Nel 2015 faccio una piccola sterzata per raccontare la violenza sulle donne. E’ allora che nascono le mie “Donne maledette” storie terribili, inventate ma non troppo, che raccontano le loro storie di vessazioni in prosa e in versi.
Le porto alla Casa Internazionale delle donne di Roma e al Teatro Pegaso di Ostia Lido, in forma di monologo, ma anche alla rassegna culturale T’amu organizzata dalla pro-loco di Uggiano La Chiesa (Le) dove ad interpretarle è Roberta Culiersi.
Ma quanto mondo c’è dietro ogni donna? E quanto con la drammaturgia teatrale posso arrivare al cuore della gente? Il teatro è immediatezza e condivisione, è finzione e realtà, illusione e disillusione.
Decido quindi di percorrere anche questa strada con “Tre donne in mare” che porto al Tordinona di Roma e poi scrivo Il volo del moscone, Nessuno è perfetto e Sette stelle un cielo… ma, non ero partita dalle fiabe per bambini? Com’è successo che mi sono allontanata dal mio progetto primario?
Bisogna provvedere e per farlo realizzo un progetto: una commedia sul tema del bullismo da far recitare agli alunni delle terze medie e del biennio superiore affinché essi stessi indossino la maschera del bullo o della vittima di bullismo e comprendano da vicino il problema. L’ho intitolato “Terza B, come bullismo” ed è a disposizione gratuita di qualsiasi scuola desideri averlo.
Questo è tutto… anzi no, nel frattempo ho vinto una menzione d’onore e il primo premio nel concorso nazionale “99 parole” organizzato dall’associazione Spazio all’Arte di Ostia Lido.
Elenco delle opere di Vespina Fortuna in questo blog:
Yangtze
Si fuggì dal fiume inquinato perché era inutile restare, nessuno comprava più il nostro pesce malato che, perlopiù, veniva trascinato via dalla corrente già morto. Avevamo faticato non poco anni prima per costruire le nostre case, una a una,
Primavera
Primavera Scivola la primavera col suo pennello umido di gioia sugli alberi spogli sui grigi pensieri sui cuori affranti sugli uomini perduti. Rovescia stille d’amore a goccia a goccia da catini argentati sulle strade sulle piaghe e
Fra i ponti della Senna
Che sfortuna! - sospirò Jacques mentre osservava la città da sotto il ponte. Di che ti lamenti? - gli rispose Antoine. Non abbiamo nemmeno una casa… E allora? Abbiamo tutta Parigi per noi, cambiamo stanza ogni notte e ogni giorno ci
Il libro lavanda
E’ uno strano libro quello che Andrea tiene fra le mani mentre se ne sta seduto sul divano del salotto con vetrata a vista sulla città. Ha la copertina morbida color lavanda, un colore così simile al fiore da farti venire voglia di annusarlo per
Monsieur Cambiamento
“Non voglio cambiare casa!” brontolò il piccolo Michele guardando il nonno che riponeva con cura i libri nelle scatole. “Perché?” gli chiese lui sorpreso. “Perché qui c’è la mia stanza, i miei giochi, ci sono i miei amici, c’è la mia
Una ciclista di fattoria
Una ciclista di fattoria Beh, che guardate? Non avete mmmai visto una mmmucca in bicicletta? Allora di sicuro non siete di queste parti perché qui tutti mi conoscono, piacere, sono la Gigia, la mmmitica Gigia! Perché ancora quelle facce stupite?
La band degli Sgallettati
La band degli Sgallettati Vi ricordate della mucca Gigia? Quella che ha le ali nascoste sotto il pelo della schiena e di notte, di nascosto di tutti, vola? Ma sì, dai, la Gigia! Quella che Leopoldo comprò al mercato anche se non aveva
La mucca Gigia
La mucca Gigia C’è una mucca di nome Gigia nella fattoria del vecchio Leopoldo. In realtà, di mucche Leopoldo ne ha tante, ma la Gigia è unica e davvero speciale! La comprò qualche anno fa al mercato del paese; quel giorno, Leopoldo non era là
Volo
Volo Briciola di pane finitami in tasca chissà come inquiete nuvole a oscurare il sole schizzi di rabbia sul muro immacolato vocii l’abbaiare d’un cane un foglio bianco una penna inerte e il sogno d’un viaggio di sola andata con te che
Non più
Non più Non più il tuo sorriso non gli occhi tuoi belli non il tuo viso ricordi abbagli di luce sentori la tua dolce voce. Non più le tue mani paffute non i piedini veloci silenzi lampi fuggenti fremiti leggeri lamenti. Non più il tuo
Ninna nanna
Ninna nanna Ninna nanna bel bambino dormi stretto al tuo cuscino. Ninna nanna figlio bello che la mamma non c’è più. Nella ninna amore mio sogna un fiore variopinto che nessuno può pigliarti sogna un angelo dipinto che dal cielo sta a
Hai
Hai Hai occhi curiosi un sorriso gioioso e una sonora risata argentina null’altro né braccia né gambe. Null’altro se non il corpo deforme che un dio burlone ha forgiato e tu a dispetto hai occhi curiosi un sorriso gioioso e una sonora
Angelo
Angelo Bimbo mio dolce e bello già stanco d’esser nato senza colore e lasso senza sorriso e fiato senza mai muover passo. Ti coprirò di foglie rosse come il dolore che mai cadranno al vento delle giornate tristi di quest’autunno
Zuradili
Zuradili Eccomi qua sul Monte Arci tra queste rovine che non riconosco su questi prati senz’erba fra questi fiumi stanchi e rinsecchiti. Il pensiero mio che m’ha preceduto d’un soffio volando in groppa al vento mi aspetta aggrappato a una
Vespina Fortuna
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