Roccavivi (AQ) – scorcio di viaggio
Roccavivi, San Vincenzo Valle Roveto (AQ), martedì 17 agosto 2021
È giorno di mercato oggi. E tra i banchi gastronomici spunta lei: la piccola grande Biblioteca del Corso.
“Dona un libro, prendi un libro” recita la scritta. Non posso non approfittarne. Così apro gli sportelli per curiosare tra i titoli e dopo una breve riflessione, scelgo. Dono Conrad, prendo Stevenson.
Poi cielo apparecchia qualche nuvola che rotola fin giù tra la vegetazione, e rinfresca l’aria con la sua pioggia.
La Rocca è abitata da poco più di mille anime (e svariati gatti): nelle ore più calde la vita sembra trascinarsi affannata su per le salite, ma di sera il vociare si leva da ogni angolo sulla via principale, i bambini giocano a palla tra i richiami dei genitori, gli anziani si sfidano a carte ai tavolini dei bar e le comari ciarlano lanciando occhiate sospettose a noi, forestieri. Tutti salutano: alcuni sorridendo e a piena voce, altri con un cenno del capo o con un cipiglio diffidente, ma ciascuno a suo modo saluta, umani e animali.
Nessuno è trasparente, qui. Ognuno trova il suo posto in un paese così, potremmo farlo anche noi se ci trattenessimo di più. Perfino chi se ne è andato ha ancora il suo posto, come Feliciano Rocchi, con la sua radio e il suo modo alticcio di attirare l’attenzione dei paesani.
Un signore amareggiato, davanti alla moderna chiesa di Santa Maria Assunta si ferma per spiegarci quanto le scellerate scelte architettoniche degli ultimi anni abbiano snaturato l’antico volto del paese. “Solo il campanile è originale. Prima qui c’era una cattedrale bellissima”, e se ne va alzando le spalle.
Non parlerò dell’origine del nome o della sciagura che lo colpì… lascio che ai più curiosi il piacere della scoperta.
(Foto di Autumna)
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