Le streghe di Albione 4

Giugno. Anno del Signore 1644

La nuvola di polvere si stagliò all’orizzonte avanzando, palesemente sollevata da cavalli. E dove c’erano cavalli c’erano sicuramente anche cavalieri. L’ufficiale italiano ordinò di mettersi al riparo. In breve tempo i soldati si nascosero dietro cespugli ai lati della strada polverosa. Solo il carro con le streghe rimase parcheggiato al ciglio della strada.

Due italiani si affrettarono a cambiare uniforme, indossando quella dell’esercito di Cromwell nel caso i cavalieri fossero Teste Rotonde.

Fu una decisione intelligente, perché man mano che i soldati sui destrieri mostrarono le armature e le araldiche del Parlamento, oltre ai capelli tagliati corti di quelli a testa scoperta, da cui il nomignolo.

L’ufficiale dei Parlamentaristi si rivolse a uno degli italiani travestiti.

«Dove le brucerete queste qua?» chiese la Testa Rotonda.

L’italiano rispose in un inglese neutrale.

«Salisbury.»

«Strano accento, luogotenente di dove sei?» chiese sospettoso il sottufficiale di Cromwell.

«Newcastle.»

«Lo immaginavo, voi cantate quando parlate.»

«Sì.»

«Non sei di molte parole, luogotenente.»

«Un soldato parla poco.»

«E spara molto» rispose la Testa Rotonda, sfoderando velocemente una pistola a sei colpi e puntangliela al cuore.

L’altro italiano fece per sfoderare la propria, ma l’inglese lo diffidò.

«Una mossa falsa e al tuo superiore si spezza il cuore, e non per amore di una donna infedele.»

«Stai minacciando un tuo superiore e per giunta del tuo esercito.»

«Sto minacciando uno che è tanto inglese quanto il Re di Spagna, Dio lo maledica.»

Le donne osservavano il dramma che si stava svolgendo a pochi passi da loro. Nessuna osò dire nulla, ma ormai ciascuna di loro dava per spacciato l’italiano con la canna della pistola a una spanna dal cuore.
Mary diede uno sguardo di sbieco alla vedova: un muto segnale che entro poco gli altri italiani sarebbero certamente intervenuti e che un combattimento sarebbe stato inevitabile. Per istinto tutte quante si gettarono a pancia a terra sul pavimento del carro. Ormai era palese che ci sarebbero stati molti morti. Nel caso di una vittoria inglese anche loro sarebbero finite ben presto al rogo. Una vittoria degli italiani avrebbe invece significato la salvezza. La vedova Jones mise da parte il patriottismo e pregò per una vittoria degli stranieri. Gli occhi pieni di astio di Mary sembravano invece augurare sangue inglese senza alcun rimorso.

Fu allora che l’altro italiano disse qualcosa in uno strano idioma rivolto al luogotenente. Un’accozzaglia di parole in cui si capì soltanto il termine cor con la ”o” ristretta.

La Testa Rotonda cominciò a ridere rimettendo la pistola nella fondina.

«Le vocali chiuse, inconfondibili. Luogotenente ma potevi dirmelo subito che eri un mangiarane.»

Fece una pausa mostrando la pistola senza puntarla, aggiungendo.

«Un regalo di un altro francese. Sempre benvenuti tra noi a fare onore alle nostre uniformi. Tanto di cappello a tutti voi che rischiate la pelle per arrivare qui a sostenere la nostra causa. Come si dice da voi, chapeu, l’unica parola di francese che conosco, oltre a naturalmente Vive La France

Chiarito l’equivoco, l’ufficiale delle Teste Rotonde ordinò ai suoi uomini di cavalcare oltre. Passando al galoppo molti urlarono: «Morte al Re!»

Non appena furono lontani, gli altri italiani uscirono dal nascondigli e poco dopo tutti si rimisero in cammino.

Mary, sempre sfacciata, si rivolse al soldato che aveva parlato francese.

«Bravo. Ci hai salvato da una brutta situazione. Dove hai imparato il francese?»

«Signora, dolente di deluderla ma quello non era francese. Era dialetto milanese. Alcune sonorità si assomigliano. Cor significa cuore, come in francese. Era mia intenzione di avvisare il mio commilitone e della stessa città, di non resistere altrimenti quello gli avrebbe sparato al cuore, per l’appunto. Se gliel’avessi detto in italiano ci avrebbero smascherati. E la missione sarebbe stata in pericolo.»

«Nel senso che avreste rischiato la vita pur di non mettere a repentaglio questa missione.»

«La vita l’avrebbe rischiata quell’imbecille» si intromise un altro italiano che brandiva un moschetto con sopra un cannocchiale. «Io miravo alla pistola e gliel’avrei fatta saltare via. E poi ci sarebbe stata una bella sparatoria. Presi di sorpresa i Repubblicani si sarebbero arresi e noi saremmo passati per spagnoli. Gli avremmo fregato i cavalli, e quelli, appiedati e disarmati, si sarebbero fatti una bella scarpinata fino a chissà dove. E prima di segnalare la nostra presenza noi saremmo stati molto lontani.»

«Ma la Testaccia Rotonda avrebbe detto che stavate andando a Salisbury» ribattè Mary.

«Ma per allora noi saremmo già arrivati a Stonehenge da dove tutti se ne stanno alla larga; a quanto pare quel luogo fa più paura di una pattuglia spagnola.»

«O di una banda di streghe! Buh!» bofonchiò Mary.

«Purtroppo Stonehenge è un luogo unico e  si trova proprio nel vostro disgraziato paese.»

«Invece di giocare alla magia, perchè l’Italia non invia una bella armata di aeronavi zeppe di soldati e mette un po’ d’ordine e pace? Quel cretino Testa Quadra di poco fa che è andato in brodo di giuggiole credendovi francesi si sarebbe prostrato davanti a italiani venuti dal cielo a sostenere il Parlamento.»

«Se intervenissimo, Cromwell vincerebbe ma i Puritani bigotti, non appena ristabilito l’ordine, sarebbero un ostacolo a ogni “stregoneria”. Come avete visto anche i Parlamentaristi vi vorrebbero arrosto.»

«Ancora non capisco l’importanza di questa missione in nome della magia.»

«Signora, ci sono delle forze più potenti di qualsiasi esercito e più importanti di meri conflitti umani. Tra parentesi abbiamo soltanto questa unica occasione per quest’anno. Il rito deve essere celebrato durante il Solstizio d’estate.»

«Nel senso che se arriviamo troppo tardi dovremo attendere l’anno prossimo.”

”Esattamente. E per allora potrebbe essere troppo tardi. Per l’Inghilterra, per il Mondo e per voi, signore.»

«Il prode soldato è preoccupato per la vita di un pugno di streghe.»

«Di un pugno di sensitive soldatesse senza armi in guerra contro l’Ombra.»

«L’Ombra?»

«L’Ombra, l’Oscurità, la Magia Nera, signora.»

«Ma come potete essere certi che noi non siamo al servizio di questa… Ombra?»

«Semplicemente perché chi usa i poteri paranormali per l’Oscurità non si rivela, mascherato da chi vuole combattere la stregoneria. In realtà vuole eliminare chi porebbe fermarli, ossia gente come voi che guarisce o usa i poteri a fin di bene.»

«Vorreste dire che qualche membro dell’Inquisizione ha poteri paranormali?»

«Qualcuno di sicuro sì. Si atteggiano a cacciatori di streghe per eliminarvi. In realtà probabilmente fanno dei sabba infernali in segreto.»

«Già, chi controlla i controllori?»

«Lupi travestiti da agnelli.»

« “Guardatevi dai falsi profeti” aveva detto qualcuno.»

«Signora, questa guerra fratricida è fomentata da dietro le quinte, come ogni conflitto, da che mondo è mondo.»

«Come quella del secolo scorso.»

«Allora ne siete a conoscenza, signora.»

«Leggevo prima che i libri di cronaca venissero proibiti e la Storia riscritta.»

«Fosse solo quello: le forze dell’Ombra stanno cercando di riscrivere anche il libri di scienza. Si stanno già stampando libri che affermano che il mondo sia piatto e che sia il Sole a girarvi attorno. E proprio qui in Inghilterra. Non importa se a vincere saranno i Realisti o i Repubblicani. L’Inghilterra diverrà la paladina del ritorno all’Età Buia col sostegno della Spagna. E faranno propaganda contaminando anche il resto del Mondo, Francia e Italia compresa. Se le menti si chiudono, l’Ombra vincerà.»

CONTINUA…

 

di Paolo Ninzatti

Racconto breve ambientato un secolo dopo nell’universo del romanzo
“Il Sole all’Orizzonte” dello stesso autore.

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