“La pentima della Vecchiaccia”: il mistero della strega del Lago di Albano
Oggi vi voglio narrare una leggenda che ho scoperto circa 20 anni fa.
Una mia amica conoscendo la mia passione per la natura e boschi mi portò ad esplorare le sponde alte che circondano il lago di Albano vicino al convento dei frati Cappuccini.
La strada per arrivare in questo posto meraviglioso è un’ impervia, si apre in un sentiero, boscoso dove mistero, storia e magia ti avvolgono in ogni tuo passo.
Proseguendo il sentiero ci si imbatte in bellissime grotte di tufo scavate nella terra e nella roccia con forme molto particolari, in antichità adibite a ninfei naturali, nel Medioevo utilizzate come carceri e infine riparo naturale dei pastori.
Proseguendo la strada con molta cautela si arriva a due sentieri; quello più ripido a sinistra conduce ad un vero spettacolo della natura “La pentima della Vecchiaccia”.
La parola pentima (o pèndima) [dal lat. Mediev. pentoma, di origine prelatina] è un nome locale dato a terreni in pendio sulle rive dei laghi vulcanici dei Colli Albani.
Si tratta di uno sperone di roccia in mezzo alla vegetazione, che regala ai visitatori una vista incantevole quanto inquietante, non consigliato a chi soffre di vertigini.
Avvolto da un grande mistero si avverte subito la misticità del luogo, si può ammirare il lago di albano visto dall’alto in tutta la sua bellezza.
Il sentiero è molto stretto e pericoloso, l’unico modo percorribile è camminando lentamente più vicino possibile alla parete rocciosa.
La leggenda narra la storia di un’anziana signora accusata di stregoneria che per la disperazione decise di suicidarsi gettandosi da questo precipizio. Pare che ancora oggi si possa sentire la sua voce chiamare dal basso invitando i visitatori a lanciarsi giu nel dirupo.
Personalmente non ho sentito nessuna voce, ma il paesaggio appare bello quanto inquietante e lo strapiombo è ripido e molto pericoloso, bisogna muoversi con estrema cautela.
Su alcune rocce si trovano misteriosi simboli di matrice forse esoterica; altre leggende raccontano che questi luoghi venivano utilizzati per rituali di natura satanica.
Ho conosciuto molte persone che amavano fare escursioni in questi sentieri isolati e ognuno ha vissuto emozioni varie: senso di libertà, preoccupazione, vertigini e alcune ragazze si sentivano come attratte dallo strapiombo della pentima e avvolte da emozioni di paura.
La storia ci insegna che nel periodo della Santa Inquisizione bastava molto poco per esser accusati di stregoneria. Si nasceva fate e si moriva streghe.
Chissà se l’anima della vecchia “strega” vaga ancora tra i ruderi e rocce in questo posto tanto mistico.
Forse la vecchia signora avrà temuto le torture o punizioni per “redimere la sua anima” e probabilmente avrà deciso di suicidarsi per non sottoporsi a tali sofferenze, oppure perché emarginata e sola costretta a vivere nel bosco tra i ruderi o nelle grotte.
Queste sono mie semplici supposizioni, perché purtroppo la verità della storia della “vecchia strega” resterà sempre uno dei tanti segreti nascosti in questo lago tanto misterioso.
La cosa certa è che il luogo merita di esser visitato perché ricco di scorci unici e molto suggestivi, dove sorgenti, ruderi e leggende si fondono in un paesaggio incantato.
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