Elegia d’Autunno
Elegia d’Autunno
Annuncia ottobre dell’autunno i cori
in uno sfavillio multicolore:
dell’oro antico palpiti e decori
si fondono in estatico splendore
Con bruni caldi, gialli e arancioni,
col rosa dei vestiti ottocenteschi
fruscianti nella pompa di saloni
tra note e voci in vortici fiabeschi.
Di rossi, ancora, vivido s’accende
il verde che in marrone trascolora:
di fiamme ardite, effimere risplende
alle luci trionfanti dell’aurora.
Uno sfarzo di toni portentosi,
imperlato di mitici profumi:
patrimonio di tempi favolosi,
di cui guizzano magici barlumi:
aromi di porcini, caldarroste
e di pietanze, doni del passato,
che toccano le corde più riposte
anche di ogni animo disincantato;
aromi, che ravvivano le mense
di ataviche, fantastiche cantine,
che sensazioni suscitano, intense,
con arti culinarie sopraffine.
Una Festa, votata alla Castagna,
amalgama gli incanti di natura
con la gastronomia, che s’accompagna
con pagine di storia e di cultura;
una Festa, che celebra il paese
con della tradizione mille aspetti,
con la maestà di secolari chiese,
arche di religiosità ed affetti.
Quella della Madonna del Ruscello
è ammantata da un’aura di mistero,
da linee pure di barocco snello,
da slancio, intramontabile, sincero,
di fede, che trae linfa da un dipinto,
emblema di semplicità ed amore,
con suggestione illuminato e cinto
da opere d’arte d’immenso valore.
Nelle antiche botteghe secentesche,
sul fronte della chiesa ad ogni lato,
brillano, quali gemme principesche,
creazioni di fine artigianato.
D’altri tempi si snoda il corollario:
Sant’Andrea, la Pieve, San Vittore,
quello della Madonna del Rosario,
tutti cullati con lo stesso ardore.
E piazze, campanili, scalinate,
vicoli, torri, porte, belvedere
s’assaporano in visite guidate
con immutato, autentico piacere.
Garriscono in finestre e su balconi
di stemmi e di sigilli gli stendardi,
che accendono composite emozioni;
e le memorie, gli animi, gli sguardi,
rapiti in quelle icone di prestigio,
rivivono atmosfere e tradizioni,
protagoniste altere di un prodigio,
che si rinnova da generazioni.
Tessere d’un mosaico fatato,
composto ogni anno con verace cuore,
da castagneti eterni incorniciato,
del territorio simboli ed onore.
È lo scenario caldo della Festa,
che coniuga virtù con accoglienza,
che fascino e stupore sempre desta
per sensibilità e magnificenza.
Nicola Piermartini
Fonte: dall’opuscolo distribuito alla XV edizione della Festa della Castagna a Vallerano
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