Lanfranco
Lanfranco
Attivo a Modena fra 1099 e 1110 circa
“Mirabilis artifex, mirificus edificator”: così è definito l’architetto del duomo di Modena Lanfranco, del quale è ignota la provenienza, nel codice miniato risalente all’inizio del XIII secolo e custodito all’Archivio Capitolare di Modena.
Toccherà a lui l’onore, nel 1106, con Bonsignore vescovo di Reggio, di scoprire la venerata urna con le reliquie di san Geminiano da situare nella nuova cripta. Un’epigrafe absidale conferma l’importanza che gli veniva attribuita non solo come abile progettista e architetto, ma anche come direttore del cantiere, con le seguenti parole: “famoso per ingegno, preparato e competente direttore dei lavori, reggitore e maestro”.
Simbolo dell’orgoglio civico dei modenesi, questo edificio è fra i più significativi esempi dell’architettura romanica europea. Cos’ come appare è frutto di diversi rifacimenti successivi a Lanfranco; in facciata sono aggiunte a posteriori il rosone e i portali laterali. la chiesa di Lanfranco sorge sul luogo della primitiva cattedrale e ne modifica sia le dimensioni, allungandole, che il numero delle navate interne, tre anzichè cinque.
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