7 – Sette
La scala
É il numero dell’armonia celeste,
che si rispecchia nelle note e nei toni musicali, come pure
nelle virtù che nobilitano gli esseri umani.
Lo si può paragonare a una scala, i cui gradini portano
a salire oppure a scendere.
Il 7 è una cifra ricchissima di implicazioni magico-religiose per via del fatto che sette sono i “pianeti” conosciuti dagli antichi astronomi, i quali includevano anche il Sole e la Luna, e sette sono i giorni di ogni fase lunare.
Al simbolismo planetario e lunare si collegavano i piani delle torri babilonesi, i pali degli sciamani uraloaltaici, i gradini della scala iniziatica nei Misteri di Mithra, i chakra indù, cioè i “centri sottili” dell’essere umano, gli Amesha Spenta, cioè gli spiriti virtuosi dello zoroastrismo.
Tra Ebraismo, Cristianesimo e Islam
Questo numero ricorre di continuo in tutta la Bibbia: il settimo giorno fu benedetto dal Creatore (Genesi 2, 2-3); sette sono le vacche e le spighe del sogno di Giuseppe (Genesi 41); sette i giorni d’astinenza dal pane lievitato in coincidenza con Pesah (Esodo 12, 15); il profeta Eliseo starnutì sette volte e risuscitò un fanciullo (2″ e 4, 35).
É la cifra chiave dell’Apocalisse di Giovanni (le chiese, i sigilli, le stelle, le coppe, le teste di dragone) e del misticismo cristiano (i sacramenti, le virtù, i vizi capitali, le opere di misericordia spirituali e quelle corporali).
Il 7 ricorre infinite volte anche nella letteratura ebraica e islamica, dove è il simbolo di un percorso interiore che porta, per esempio, ad attraversare sette valli o sette mari, a conoscere sette sapienti, a entrare in sette palazzi, ad affrontare sette guardiani delle porte celesti. Ma non è davvero possibile elencare, in questo spazio esiguo, tutte le corrispondenze del numero 7; atteniamoci perciò solo a una specifica tradizione.
Sette metalli per l’oro
In alchimia, il 7 rimanda ai metalli, indicati con i simboli astrologici dei pianeti, ma questi metalli rappresentano, in realtà, le qualità positive e negative di ogni essere umano, che sono in corrispondenza diretta con i vizi e le virtù della tradizione cristiana.
Il vero filosofo, dunque, è colui che sa trovare il giusto equilibrio, la perfetta armonia tra questi aspetti entrando in sé stesso, come spiega la formula del VITRIOL: Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem.
La “pietra occulta” da trovare è il proprio io, definito anche “Oro dei Filosofi”. Lo stesso acrostico è stato accolto in ambito massonico, dove la “spoliazione dei sette metalli” simbolizza l’abbandono delle idee preconcette.
Simbolo connesso
Presso gli ebrei, la figura simbolica legata a questa cifra è la menorah, il candelabro a sette bracci. Per i pitagorici era un quadrato sormontato da un triangolo, espressione figurata del famoso teorema e dell’unione del mondo materiale, raffigurato dal 4, con quello spirituale, rappresentato dal 3. Ma il simbolo più comune è certamente la stella a sette punte, già emblema della dea babilonese Ishtar. Queste punte riassumono i valori, positivi e negativi. legati alle più diverse tradizioni magiche e religiose.
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