0 – Zero
Il moltiplicatore di ogni numero
Principio moltiplicatore di tutti i numeri, geroglifico del nulla e dell’infinito,
simbolo alchemico dell’allume, la sostanza primordiale indifferenziata,
lo 0 è una cifra che sfida l’intelligenza umana
e la invita a superare le barriere della realtà
Il numero 0 è una cifra relativamente recente. Alcuni sostengono sia stato inventato dall’astronomo babilonese Naburian verso il 600 a. C. ; altri lo accreditano alla cultura maya, fiorita nello Yucatàn dal II al XV secolo d. C.
Secondo l’opinione più diffusa, però, lo 0 sarebbe stato ideato in India, verso i VI secolo d. C., forse dal matematico Aryabhata, che in tal modo pose le basi del sistema numerico decimale. Dall’India, questo sistema giunse agli arabi e tramite loro ai matematici europei, che iniziarono a usarlo intorno al 1200, dopo la diffusione del Liber abaci, scritto da un commerciante pisano, Leonardo Fibonacci.
Anche sew nell’antichità lo 0 non esisteva come cifra matematica, esisteva quantomeno come concetto, , legandosi all’idea del nulla. Furono i Sumeri i primi a inventare un simbolo idoneo: due cunei, che poi idiventarono la lettera omicron dei greci, iniziale della parola “nulla”.
L’infinito
Dal punto di vista matematico, lo 0 non è il Nulla assoluto, che in se stesso non esiste, ma è il principio moltiplicatore di ogni cosa. Questa cifra, infatti, eleva a grandezze incommensurabili tutti i numeri posti alla sua sinistra, mentre riduce a misure infinitamente piccole il valore dei numeri posti alla sua destra. lo 0 quindi è intimamente legato al simbolo dell’infinito, l’8 coricato, di cui parleremo più avanti. Senonchè, mentre l’8 rappresenta una “torsione” del cerchio, e quindi presuppone un movimento, lo 0 è una figura statica.
Il vuoto
Il cerchio, come anche l’ovale, rappresenta il vuoto che separa ogni elemento della realtà e ogni attimo dell’esistenza. Non a caso la meditazione sul vuoto è uno degli esercizi primari della tradizione toista.
Talvolta, la meditazione avviene ponendo dinanzi all’allievo una ruota, per aiutarlo a capire che l’essenza della ruota è il punto vuoto in cui si infila ilmozzo.
Per i cabalisti, il vuoto infinito, l’En soph, è la dimensione incomprensibile e irraggiungibile che si estende oltre la luce di Kether, la “CForona” dell’Albero della Vita.
Per gli alchimisti rinascimentali, un cerchio vuoto è i lsimbolo dell’allume, la materia indifferenziata, o meglio, il substrato immateriale di ogni materia.
Simbolo connesso
Allo Zero si lega il simbolo dell’Ouroboros, il drago (o serpente) che si morde la coda: anch’esso ospira l’idea di un ciclo chiuso in se stesso, senza possibilità di uscita. L’Ouroboros, come il cerchio, è un simbolo di totalità, in quanto simbolizza l’unione del mondo sotterraneo con quello celeste. Si tratta, insomma, di un “drago cosmico”, le cui dimensioni si estendono all’universo intero. Questo spiega alcuni dei significati simbolici attribuiti al numero Zero, che può rappresentare sia l’annullamento totale dell’individua, sia la sua elevazione in una dimensione superiore dello spirito.
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