Jean Claud Richard De Saint Non
PALERMO
Ci sono poche città in Europa dove il tono generale della società sia più amabile, più cortese, e dove la nobiltà possieda una politesse, un’affabilità naturale maggiori di quelle che dovrebbero sempre distinguerla:
una consuetudine che più vi contribuisce essendo la presenza di una specie di club o luogo di incontri della buona compagnia, magnificamente organizzato e tuttavia di modica spesa per tutta la nobiltà che vi si aduna e vi accoglie i viaggiatori a lei presentati.
Le donne palermitane sono in genere graziose ed anzi piacevoli, sembrando aver caro soltanto ciò che basta per risultare più amabili.
Affabili e accoglienti con gli stranieri, sanno in breve piacere e interessare. Gli uomini sembrano in massima parte denotare spirito e vivacità: nobili e fastosi, hanno quasi tutti una disinvoltura nel tono e nei modi che i nostri galanti, anche più ricercati, non potrebbero negare.
Questo genere di riunioni o di conversazioni comincia alla prima ora di notte (cioè, nel mese di luglio alle nove) e termina, secondo il modo italiano di contare le ore, alla quarta o alla quinta, vale a dire all’una dopo mezzanotte, quando ci si muove alla volta della Marina, una passeggiata incantevole sulla riva del mare che è il luogo d’incontro di tutta la città, dove all’ombra e al fresco si è cominciato a passeggiare dalle sei pomeridiane.
A Palermo non si va mai a dormire se non si è fatto almeno un giro sulla Marina. Pare che si tratti di un luogo privilegiato, con indulgenza plenaria per tutto ciò che vi si incontra, tanto che i siciliani vi dimenticano la loro inclinazione alla gelosia, fino a interdirvi l’accesso alle torce e a tutto ciò che può guastare le loro piccole evasioni clandestine.
Sarebbe molto difficile dare ragione di questa singola caratteristica se non si sapesse che siffatta consuetudine, facendo tutti partecipi degli stessi vantaggi, attenua e fa cessare il brontolio di coloro cui questa regola tormenta l’indole gelosa.
Inoltre, in questa passeggiata regna sovrana l’oscurità più misteriosa e più rispettata, nella quale tutti si confondono e si perdono, si cercano e si ritrovano.
Si fanno quindi cene all’aperto, in comitive, presso trattorie lungo le mura dei bastioni.
È così che gli abitanti di Palermo frodano in un certo modo l’ordine della natura, facendosi illusioni sul loro clima caldo. Si alzano da letto a mezzogiorno, quando l’aria del mare comincia a portare ristoro, a temperare il sole ardente e il calore eccessivo fino a quell’ora.
Poi corrono ai loro affari, se di affari si occupano, o piuttosto al loro personale piacere, che è quanto di più essenziale essi conoscano, ritrovandosi tutti nel Cassaro, una strada ampia e superba che taglia l’intera città da nord a sud … fino alle tre del pomeriggio;
quindi si va a pranzo, poi al concerto pubblico sulla Marina, due ore prima del calar della notte …e si passa alla conversazione che finisce a mezzanotte o più tardi, quando si ritorna alla Marina, meta ordinaria e più interessante di tutti gli altri svaghi.
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